Comore, paradiso sconosciuto

di Valentina Milani

Situato all’estremità settentrionale del Canale del Mozambico, nell’Oceano Indiano, tra il Madagascar e il Mozambico, l’arcipelago delle Comore è rimasto per lungo tempo ai margini delle rotte turistiche. Ora diverse compagnie aeree stanno puntando su questa destinazione. L’ultima ad atterrare nella capitale Moroni è la Turkish Airlines, che si aggiunge a Klm, Ethiopian Airlines e Air France. Il viaggio inizia dall’isola principale di Grande Comore, di origine vulcanica come le altre due isole di Mohéli e Anjouan che compongono questa repubblica federale, ex colonia francese indipendente dal 1975 (una quarta isola, Mayotte, ha deciso con un referendum di rimanere sotto controllo francese) e con una storia turbolenta alle spalle, fatta di tensioni politiche e tentativi di secessione.

Oggi le autorità puntano sul turismo per diversificare l’economia, basata sulle piantagioni di vaniglia, cannella e ylang-ylang (dai cui fiori si ricava l’omonima essenza usata in profumeria), che si possono visitare coi produttori locali. Altre attività interessanti sono le lavorazioni della copra (polpa di noce di cocco essiccata), della sisal e del caffè. La cultura è plasmata da influenze arabe, indiane, africane ed europee. Una mescolanza che arricchisce l’offerta culinaria (il pesce al cocco è il piatto nazionale).

La lingua locale è un dialetto swahili detto shikomor, ma sono parlati anche il francese, l’arabo e il malgascio. Il paesaggio assomiglia a quello delle Seychelles, con spiagge di sabbia bianca, mare cristallino e rocce che affiorano dall’acqua levigate dai venti e dalle onde, il tutto circondato da una splendida barriera corallina. L’entroterra offre foreste lussureggianti, crateri eruttivi, laghi turchesi e villaggi pittoreschi: ideale per chi è allergico all’animazione dei villaggi turistici. Il periodo migliore per partire va da maggio a ottobre, durante la stagione asciutta. comorosdiscover.com

(Marco Trovato)

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