Visti Schengen, l’Africa maltrattata

di claudia

Quasi un terzo delle persone di origine africana, con cittadinanza e passaporto di un Paese africano, che richiedono un visto per l’area Schengen europea vengono respinti. Lo si apprende da un rapporto della società di consulenza Henley&Partners, secondo cui il tasso di rifiuto più alto dei visti europei è proprio verso l’Africa. A livello pro-capite, le persone di origine africana sono quelle che meno di tutte, a livello globale, chiedono visti legali per l’Europa.

I richiedenti africani avevano un tasso di rifiuto del visto del 30% e “i tassi di rifiuto dei richiedenti africani per il visto Schengen sono generalmente superiori del 10% rispetto alla media globale” osserva nel rapporto Mehari Taddele Maru, professore presso l’Istituto universitario europeo. L’Algeria ha registrato il più alto tasso di rifiuti, con il 46% delle oltre 390.000 richieste di visto Schengen nel 2022 respinte. Nigeria, Guinea-Bissau, Ghana, Senegal e Mali hanno registrato tra il 40% e il 45% delle domande respinte.

Gli Stati europei citano principalmente dei “ragionevoli dubbi sull’intenzione dei richiedenti il visto di tornare a casa” per giustificare il diniego e secondo i ricercatori il sistema europeo dei visti “dimostra chiaramente un’apparente parzialità nei confronti dei richiedenti africani”, nonostante le giustificazioni basate su preoccupazioni circa la sicurezza, o di natura economica.

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