Sierra Leone, domani urne aperte per le elezioni presidenziali

di claudia

di Andrea Spinelli Barrile e Valentina Giulia Milani

Gli elettori sierraleonesi sono chiamati alle urne domani, sabato 24 giugno, e dovranno eleggere un nuovo presidente, i parlamentari e i consigli locali. Tredici persone sono in lizza per il posto di vertice nel Paese dell’Africa occidentale. Ma secondo gli esperti è probabile che si tratti di una corsa a due tra il presidente in carica Julius Maada Bio – eletto nel 2018 e in lotta per il suo secondo mandato – e Samura Kamara, capo del Partito del Congresso di Tutto il Popolo, il principale campo di opposizione della Sierra Leone.

Gli elettori sierraleonesi sono chiamati alle urne domani, sabato 24 giugno, e dovranno eleggere un nuovo presidente, i parlamentari e i consigli locali. Maada Bio è uno dei 13 candidati in lizza per la presidenza: candidato per il Partito popolare della Sierra Leone, nel suo discorso di martedì ha invocato “elezioni pacifiche”, al termine di una campagna elettorale che è stata molto tesa: “Voglio fare appello a tutti, vogliamo elezioni pacifiche. Niente violenza. Avete la vostra tessera, quel giorno andate a votare”.

I tradizionali raduni politici di strada, simili a parate, sono stati vietati quest’anno per evitare potenziali violenze. Macksood Gibril Sesay, un ex commissario elettorale, ha espresso preoccupazione per il fatto che “non ci sia stato un processo di guarigione” dopo i disordini dell’agosto dello scorso anno, in cui ci sono state diverse vittime: “Tutti sanno che le elezioni sono un periodo in cui basta poco per innescare il caos ovunque”.

Tredici persone sono in lizza per il posto di vertice nel Paese dell’Africa occidentale. Ma secondo gli esperti è probabile che si tratti di una corsa a due tra il presidente in carica Julius Maada Bio – eletto nel 2018 e in lotta per il suo secondo mandato – e Samura Kamara, capo del Partito del Congresso di Tutto il Popolo, il principale campo di opposizione della Sierra Leone.

Il vincitore ha bisogno del 55% dei voti per ottenere la vittoria al primo turno, altrimenti si andrà al ballottaggio entro due settimane.

Sarebbe la quinta elezione presidenziale del Paese dalla fine di una brutale guerra civile durata 11 anni – più di due decenni fa – che ha causato decine di migliaia di morti e distrutto l’economia del Paese. Da allora, la Sierra Leone ha assistito a due trasferimenti pacifici di potere dal partito al potere al partito di opposizione.

I due principali partiti hanno aspettato fino all’ultimo per pubblicare i loro programmi, resi noti appena un mese prima del voto. Da allora, l’opposizione ha criticato la Commissione elettorale della Sierra Leone (Ecsl) accusandola di parzialità a favore del partito al governo, sollevando la speculazione che stia gettando le basi per una sfida giudiziaria, una tattica che entrambi i partiti hanno usato in passato.

La disinformazione abbonda da entrambe le parti e lo spazio online potrebbe avere un’influenza molto significativa sugli elettori. Il ministro dell’Informazione Mohamed Rahman Swaray ha dichiarato all’Afp che la penetrazione di Internet tra la popolazione sierraleonese è salita a quasi 3 milioni, da 370.000 persone nel 2018.

Alla guida del Partito popolare della Sierra Leone (Slpp) c’è Julius Maada Bio, 59 anni, ex leader del golpe, ha trascorso tre mesi come capo di stato negli anni Novanta, periodo nel quale ha sostenuto l’istruzione e i diritti delle donne. In un’intervista all’Afp ha detto che questa volta darà priorità all’agricoltura e alla riduzione delle importazioni di cibo.

Il suo principale sfidante è Samura Kamara, 72 anni, ex-ministro delle Finanze e degli Esteri, che ha già perso contro Bio al ballottaggio del 2018 e che ha dichiarato all’Afp che ripristinerà la fiducia nelle istituzioni economiche del Paese e introdurrà investimenti esteri diretti. Attualmente Kamara è sotto processo per appropriazione indebita di fondi pubblici mentre era ministro degli Esteri, in un caso che i suoi sostenitori ritengono abbia motivazioni politiche.

Un sondaggio del 14 giugno dell’Igr, un partner del sondaggista panafricano Afrobarometer, prevede che Bio vincerà con il 56% dei voti mentre Kamara arriverà al 43%. I seggi elettorali apriranno il 24 giugno alle 7 e chiuderanno alle 17. La Sierra Leone andrà alle urne con un nuovo sistema di rappresentanza proporzionale dopo un passaggio dell’ultimo minuto da un sistema maggioritario.

Scontri tra polizia e manifestanti

Scontri tra la la polizia e i manifestanti sono stati registrati mercoledì in Sierra Leone. I sostenitori del partito di opposizione All People’s Congress (Apc) sono scesi in piazza negli ultimi giorni accusando la Commissione elettorale (Ecsl) e il suo presidente Mohamed Konneh di presunti pregiudizi a favore del partito al potere. I manifestanti chiedono la pubblicazione di un registro degli elettori più dettagliato.

“Siamo qui per protestare perché vogliamo elezioni credibili. Vogliamo solo delle elezioni credibili. Se le elezioni saranno libere e corrette, sicuramente non ci saranno proteste”, ha detto un manifestante ad AfricaNews. “Abbiamo diverse questioni che abbiamo sollevato all’Ecsl. Non hanno preso in considerazione e non hanno aderito alle questioni. Siamo in maggioranza. Se Konneh sa di non essere di parte, dovrebbe ascoltare la gente del Paese perché noi siamo la maggioranza”, ha detto un altro manifestante.

Preoccupazione per un possibile taglio a internet

 Reporter senza frontiere (Rsf) ha lanciato un appello alle autorità della Sierra Leone affinché garantiscano che i giornalisti possano coprire le elezioni generali in programma per sabato 24 giugno “senza timore di rappresaglie e senza tagli a Internet”.

I media del Paese devono essere in grado di coprire le elezioni presidenziali, parlamentari e municipali del 24 giugno senza doversi preoccupare della sicurezza dei loro reporter o della possibilità di gravi problemi di diffusione online.

Giornalisti, rappresentanti della società civile e difensori dei diritti umani hanno espresso preoccupazione per un possibile ripetersi dei tagli a Internet verificatisi durante le violente proteste antigovernative dell’agosto 2022 e durante la pandemia di Covid-19.

Rsf ha fatto parte di una coalizione di 44 organizzazioni che il 16 giugno ha pubblicato una lettera aperta in cui si chiede al governo di “garantire che Internet, le piattaforme dei social media e tutti gli altri canali di comunicazione rimangano liberi, aperti, sicuri, inclusivi e accessibili prima, durante e dopo le elezioni generali”.

Le recenti gravi violazioni della libertà di stampa hanno anche alimentato il timore di nuove violenze durante le elezioni. Il corrispondente della Bbc Umaru Fofana è stato molestato e minacciato dai sostenitori dell’opposizione All Peoples Congress (Apc) mentre copriva un evento dell’Apc il 14 giugno. Solo grazie all’intervento di diverse persone, tra cui un altro giornalista, ha evitato di subire violenze fisiche.

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