Mozambico senza più mine. Mentre in Angola…

di Enrico Casale
mina antipersona

mina antipersonaIl Mozambico è un Paese libero dalle mine antipersona. A dichiararlo è l’Ong inglese Halo Trust, che ha partecipato ai lavori di bonifica, l’ultimo ordigno disinnescato si trovava su un ponte ferroviario nella regione centrale del Paese. Le mine sono una triste eredità del conflitto civile che ha sconvolto il Paese dell’Africa australe dal 1975 al 1992 e, prima ancora, nella guerra di indipendenza contro l’esercito portoghese. Dalla fine delle ostilità sono state disinnescate quasi 86mila mine anti-persona, 133 quelle anticarro e oltre a 5mila bombe inesplose. Gli ordigni inesplosi, purtroppo, hanno continuato a fare vittime anche dopo la fine dei combattimenti. Le autorità di Maputo stimano che, negli ultimi 23 anni, siano morte almeno 10mila persone a causa delle mine. Il lavoro di bonifica è stato particolarmente lungo, ma era fondamentale per riportare la sicurezza nel Paese e restituire ai contadini terre fertili in precedenza abbandonate.

Se il Mozambico può rallegrarsi, l’Angola invece è ancora alle prese con lo sminamento. Qui la guerra civile è terminata nel febbraio 2002. Nonostante numerosi sforzi sia da parte di Ong specializzate, sia dei reparti del genio dell’esercito angolano si stima che ci siano ancora sul terreno tra i 4 e i 6 milioni di mine e bombe inesplose. Un grave impedimento per lo sviluppo del Paese perché questi ordigni non solo impediscono l’accesso a decine di ettari di terreno fertile, ma rendono insicure strade e sentieri. Due anni fa, Luanda ha varato un piano strategico di sminamento che sta dando i primi frutti. Ad oggi , circa 1,6 miliardi metri quadrati di terreno e 619 km di strada nel Nord dell’Angola sono stati bonificati tra cui 83 di 125 aree minate nella provincia di Cuanza Norte e quasi 100 chilometri di strade nella provincia di Lunda Sul. Ottimi risultati, ma la strada è ancora lunga.

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