Mali, strage di civili: vittime dei jihadisti… e dell’esercito

di claudia
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di Valentina Giulia Milani

Le forze armate maliane e i gruppi armati islamisti hanno ucciso e abusato di numerosi civili nel Mali centrale e settentrionale dall’aprile 2023. Lo rivela un rapporto pubblicato ieri da Human Rights Watch secondo cui le autorità militari di transizione del Mali, con il sostegno della Commissione nazionale per i diritti umani e degli esperti internazionali in materia, dovrebbero condurre con urgenza indagini credibili e imparziali sui presunti abusi e chiedere conto ai responsabili.

Per due mesi, l’Organizzazione di difesa dei diritti umani ha intervistato decine di testimoni di abusi nelle regioni di Mopti, Gao, Timbuctù e Nara. Secondo le stime, negli ultimi sette mesi sono state uccise almeno 200 persone.

Human Rights Watch precisa che da aprile più di 160 persone sono state uccise dal Jnim, legato ad Al-Qaeda, e più di 40 dalle forze maliane. In questo periodo lo Stato Islamico, rivale del Jnim, ha conquistato la città di Ménaka. “Ad aprile lo Stato Islamico ha preso il controllo della città di Tidermène e di quasi tutta la regione di Ménaka e da allora la sicurezza nella regione di Ménaka e Gao si è fortemente deteriorata”, spiega Ilaria Allegrozzi, ricercatrice senior di Human Rights Watch.

Il rapporto esamina anche il massacro dei passeggeri di un’imbarcazione nella regione di Timbuctù, avvenuto all’inizio di settembre. Secondo le testimonianze raccolte dall’Ong, il bilancio delle vittime è di oltre 120, più del doppio di quello annunciato dalle autorità maliane.

L’inchiesta non ha risparmiato le forze armate del Paese (Fama), indicate dai testimoni come responsabili delle uccisioni a Tabakoro, Gadougou e Sambani. A Sambani, i resoconti accusano gli elementi paramilitari russi di Wagner di aver sostenuto la tortura e l’esecuzione di 17 abitanti del villaggio. “Da un lato, i gruppi estremisti continuano a bruciare le loro capanne, a rubare il loro bestiame e a violentare le loro donne; dall’altro, questi stessi civili hanno difficoltà a confidarsi con le forze di difesa e di sicurezza perché queste stesse forze commettono atti di violenza contro di loro”, ha detto Allegrozzi.

L’Ong è preoccupata per la sorte degli abitanti del villaggio maliano, poiché la Minusma dovrebbe lasciare il Paese entro la fine dell’anno. Il progetto Acled, specializzato nella raccolta di informazioni sulle zone di conflitto, rileva che da gennaio la violenza contro i civili maliani è aumentata di quasi il 40% (38% per l’esattezza) rispetto all’anno scorso.

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