Gambia, un fiume di emozioni

di Valentina Milani

C’è una spina conficcata nel fianco del Senegal: il Gambia, uno degli Stati più piccoli del continente, enclave anglofona in un’area francofona, nata per effetto di accordi commerciali in epoca coloniale che permisero all’impero britannico di controllare l’omonimo fiume.  Indipendente dal 1965, solo da un paio di anni il Gambia assapora il piacere della stabilità e della democrazia. L’uscita di scena del dittatore Yahya Jammeh ha dato impulso al turismo, che può vantare numerose attrattive. Chi ama il relax balneare trova, nei pressi della capitale Banjul, spiagge di sabbia ventilate quanto basta per godersi il sole in ogni stagione. Tra le palme di Kotu Beach ci sono graziosi chioschi dove sorseggiare cocktail esotici o gustare pesce alla griglia. Oppure Praticare il surf (gambiasurfschool.com). A poca distanza c’è Abuko, un’area di conservazione popolata da antilopi, camaleonti e coccodrilli. Il Parco forestale Bijilo permette un contatto ravvicinato con le scimmie. Vicino a Serekunda, l’associazione Makasutu organizza safari giornalieri e gite in barca sul fiume. Per dormire c’è l’elegante Mandina River Lodge. Merita un’escursione la Riserva Bao Bolon Wetland, un’area di acquitrini, regno di uccelli migratori, dugonghi, lontre, antilopi e ippopotami. Da non perdere, infine, l’isola di Kunta Kinte, sito Unesco, sull’estuario: si dice abbia ospitato il protagonista della saga Radici, luogo simbolo dello schiavismo. Voli quotidiani dall’Italia con Brussels Airlines. Viaggi organizzati: joytoursgambia.com. Informazioni: visitthegambia.gm

(Marco Trovato)

 

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