“Cuore di tenebra” una graphic novel dal romanzo di Joseph Conrad

di claudia

È probabile che molti di voi abbiano letto il celebre romanzo breve di Joseph Conrad e abbiano visto l’altrettanto conosciuto film di Francis Ford Coppola Apocalipse Now, a esso ispirato. Eppure, anche se il tema è noto ai più, vale davvero la pena accostarsi a questa graphic novel (edita da Tunué, 2021, pp. 134, € 19,90), opera dell’artista statunitense Peter Kuper, vincitore di un Eisner Award, per immergersi nel racconto seguendo le spire del serpente che attraversa il volume, dalla coda della prima pagina sino alla testa dell’ultima. Un sinuoso rettile che simboleggia quel fiume che Marlow, il protagonista, non nomina mai, ma che sappiamo essere il Congo.

Un viaggio fisico e interiore che il capitano di battello Jozef Teodor Konrad Korzeniowski effettua nel 1890 in uno Stato che non era una colonia europea, ma era amministrato da re Leopoldo II del Belgio. La risalita del corso d’acqua e l’esplorazione di una parte dell’Africa s’intrecciano con i temi dell’imperialismo, del razzismo, della sete di guadagno legata al commercio dell’avorio; il tutto di pari passo con una discesa nei più profondi meandri dell’animo umano, accompagnata dal continuo aleggiare dell’enigmatica e inquietante figura di Kurtz.

«Adattare visivamente Cuore di tenebra è stata un’Odissea», confessa Kuper, che per realizzare questo lavoro si è tuffato a capofitto non solo nel romanzo ma anche in materiali di vario genere, tra documenti, recensioni, adattamenti cinematografici, archivi nei quali ha trovato, come lui stesso precisa, «le orrorifiche foto di Alice Seeley Harris, una missionaria che documentò le violenze perpetrate per volere di re Leopoldo sui congolesi, uomini, donne e bambini. A tratti il peso della storia si faceva insostenibile».

Per rendere il più plausibile possibile la resa dell’opera, l’autore ha persino voluto allontanarsi dall’ambiente familiare ed è vissuto per un periodo in Messico, facendo riferimento al diario da lui tenuto durante una sua precedente permanenza a Oaxaca. Un lavoro corposo che l’ha portato anche, confrontandosi con gli elementi razzisti del libro, a riflettere sull’insidiosa tradizione degli stereotipi nei fumetti. La cura e l’attenzione emergono stilisticamente nelle ricche, dettagliate tavole, nelle quali le scene del “presente” sono realizzate a penna e china, e quelle del passato mostrano contorni dai tratti più tremolanti, tracciati con una matita nera, per poi arrivare ad assumere diversi toni di grigio, perfetti per contraddistinguere ulteriormente i piani temporali.

«Non solo un trionfo di arte grafica, ma un convincente lavoro di interpretazione letteraria – scrive nella prefazione Maya Jasanoff, docente di storia all’Università di Harvard –. Kuper ha conseguito una sintesi magistrale che mantiene il linguaggio di Conrad mentre spinge più in là i limiti della sua visione. Una riflessione trasversale sulla capacità del male, sul cuore di tenebra dell’umanità».

(Paola Babich)

Condividi

Altre letture correlate: