Alla scoperta del Senegal

di Valentina Milani

In wolof, lingua locale del Senegal, la parola ‘straniero’ non esiste. I senegalesi utilizzano il termine ‘gan’ che significa ‘ospite’: il concetto di accoglienza e ospitalità è sacro. La popolazione locale nutre infatti un grande rispetto per il visitatore, in particolare se straniero. Viaggiare in Senegal significa, pertanto, essere innanzitutto ‘coccolati’ dalle persone del posto. Oltre a ciò, piagge di sabbia bianca, enormi baobab, monumenti, natura incontaminata e un passato che rivive in località intrise di storia rendono il Senegal la meta ideale per diverse tipologie di viaggiatori accomunati dal desiderio di conoscere la vera Africa.

Per gli amanti del relax in spiaggia: la Petite Côte è un vero paradiso. Si tratta di una striscia costiera che si estende per circa 100 km a sud di Dakar attirando turisti da tutto il mondo. La finissima sabbia bianca si contrappone ai colori dei caratteristici villaggi che la punteggiano. Le località più gettonate sono quelle di Mbour e Saly dove, all’ombra di grandi palme vista mare è possibile sorseggiare cocktails fatti con ottima frutta fresca. Per gli amanti della tranquillità segnaliamo invece la spiaggia di Popenguine, meno affollata.

Nel cuore della Petite Côte prende letteralmente vita la Laguna di Somone: una rientranza costiera che rimane separata dall’oceano da una lingua di sabbia. La caratteristica principale? Essendo ‘separata’ dall’oceano le sue acque sono molto più calme, limpide e cristalline: l’ideale per la balneazione. La laguna si estende nell’entroterra per circa due km, ad arricchirla vi sono isole e mangrovie che costituiscono piccole foreste. In questa zona è possibile avvistare numerosissime specie di uccelli, tra i quali pellicani e meravigliosi fenicotteri. In generale la zona vanta una grande varietà di specie animali: è infatti stata dichiarata Riserva Naturale (Réserves de Popenguine et de la Somone) per preservare la rigogliosa flora e la straordinaria fauna che la abitano. Si possono fare escursioni in canoa tra in vari canali.

Spostandosi invece a nord si trova l’ex capitale del Senegal: Saint Louis, la più antica città costruita dagli europei in Africa Occidentale. Ubicata su un’isola alla foce fiume Senegal, a 250 km di strada dalla capitale Dakar, è stata dichiarata nel 2000 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco per il suo particolare contesto naturale e per la sua posizione, oltre che per la preziosa architettura coloniale. Da vedere: il Palazzo del Governatore risalente al Settecento, il faro e le tipiche case con il tetto a terrazza dove si possono notare le stanze un tempo destinate agli schiavi.

Un viaggio in Senegal significa infatti anche fare turismo responsabile: la tragica epoca dello schiavismo, messo per la prima volta fuorilegge nel 1807 dalla Gran Bretagna, è ricordata dall’Isola di Gorée, proclamata Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO nel 1978. Situata a circa tre chilometri al largo di Dakar, è raggiungibile in battello in una ventina di minuti. Da vedere è la Maison des Esclaves (Casa degli Schiavi) nella quale transitarono milioni di africani prima di essere portati via verso le Americhe. Un necessario pugno nello stomaco.

L’isola è inoltre caratterizzata da costruzioni in stile coloniale con edifici in pietra lavica circondati da stradine di sabbia.

Un altro gioiello del Senegal è il Lago Rosa. Chiamato lago Retba o lac Rose, è collocato a nord est di Dakar. Il nome deriva dalle sue acque decisamente di colore rosa a causa delle alghe che lo popolano e che producono un pigmento rosso.

A rendere il Senegal speciale vi è anche la sua cucina, tra i piatti tipici ricordiamo il thiéboudiene, riso accompagnato da pesce e verdure, il maffé, spezzatino con sugo di arachidi e il pollo yassa con abbondanti cipolle, peperoncino e senape. Come dolce da assaggiare il ‘pane delle scimmie’, ossia la polpa del baobab spezzettata.

Ad accompagnarvi, durante il viaggio, sarà il suono degli djembè: caratteristico strumento musicale a percussione di origine Bambara (popolo del Mali). Questa sorta di tamburo, secondo la popolazione locale, ha il potere di mettere in comunicazione l’anima del suonatore con il resto della comunità e non solo: anche con gli spiriti degli antenati.
Altro segno distintivo del Senegal sono i ‘gris gris’: una serie di oggetti considerati veri e propri talismani in grado di portare il proprietario al successo, piuttosto che alla ricchezza o al benessere. Per chi fosse interessato a Dakar vi è il Mercato dei Miracoli (Marché de Tilène): un autentico mercato africano dove si vendono anche i famosi amuleti. (Da visitare accompagnati da una valida guida).

Infine, una curiosità: lo sport nazionale del Paese è la lotta tradizionale (Laamb) che si svolge in spettacoli all’aperto accompagnati dai cantastorie, chiamati griot, e dai capi religiosi, i marabout.

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Per maggiori informazioni sul Senegal e sulle sue numerose attrazioni turistiche: www.tourisme.gouv.sn e www.htravel.it

(Valentina Giulia Milani)

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