Un’iniziativa a favore della resilienza delle comunità sudanesi

di claudia
donna sudan

di Céline Nadler

Con una sovvenzione di 130 milioni di dollari dal fondo fiduciario multi-donatore Sudan Transition and Recovery Support (Stars) – piattaforma di coordinamento per la ripresa e la transizione del Sudan sostenuto da Canada, Unione Europea, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Regno dell’Arabia Saudita, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna, Svezia e Regno Unito -, un nuovo progetto della Banca Mondiale, Sudan Somoud–Enhancing Community Resilience, fornirà finanziamenti direttamente al Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) e al Programma alimentare mondiale (Wfp) e sarà attuato in collaborazione con organizzazioni non governative locali e internazionali per rafforzare l’accesso ai servizi di base e rafforzare la resilienza delle comunità sudanesi.

“Mentre il conflitto continua a diffondersi, dobbiamo trovare il modo di estendere il sostegno al popolo del Sudan. Attraverso Somoud miriamo a migliorare l’accesso ai servizi essenziali e alla sicurezza alimentare per oltre 560.000 sfollati interni e membri delle comunità ospitanti in tutto il Sudan. Il progetto migliorerà inoltre i servizi gestiti dalla comunità e sosterrà la formazione e gli incentivi per i lavoratori in prima linea, preservando così i sistemi di fornitura di servizi essenziali e fornendo alle comunità sudanesi la possibilità di plasmare il loro futuro”, ha affermato Victoria Kwakwa, vicepresidente regionale della Banca mondiale per l’Africa orientale e meridionale.

Inoltre, il progetto mira a migliorare la sicurezza alimentare aumentando la resilienza e la capacità agricola di oltre 16.000 agricoltori e cooperative in aree colpite da conflitti, oltre a sostenere il settore privato come elemento chiave di un rinnovato sistema di mercato funzionale. Ciò sarà raggiunto attraverso lo sviluppo delle catene del valore agricolo e l’espansione delle cooperative comunitarie e dei punti di mercato per i gruppi vulnerabili, compresi gli sfollati interni, si legge in una recente nota diffusa sul site dell’istituto internazionale.

“Siamo entusiasti di lanciare il progetto Sudan Somoud, che metterà lo sviluppo nelle mani delle comunità sudanesi”, ha affermato Milena Stefanova, Country Manager per il Sudan della Banca Mondiale. “Attraverso la nostra collaborazione con l’Unicef, il Wfp e le Ong miriamo a migliorare l’accesso ai servizi di base come sanità, istruzione, acqua e servizi igienico-sanitari, a migliorare la sicurezza alimentare e a responsabilizzare le comunità locali”, ha aggiunto.

Il progetto è in linea con la Strategia della Banca Mondiale per la Fragilità, i Conflitti e la Violenza (Fcv) 2020-2025 che prevede di rimanere impegnati durante i conflitti e le crisi costruendo la resilienza, proteggendo le istituzioni essenziali, fornendo servizi critici e sostenendo lo sviluppo del settore privato.

Secondo le Nazioni Unite, dallo scoppio della guerra nell’aprile 2023, oltre 8,2 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case, cercando rifugio dentro e oltre i confini del Paese. Attualmente, il Sudan detiene il record per la più grande popolazione di sfollati interni (Idp) e per la più significativa crisi di sfollamento infantile a livello globale. Circa il 37% della popolazione del Sudan, ossia 17,7 milioni di persone, soffre di grave insicurezza alimentare a causa di conflitti e sfollamenti. 

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