Su Netflix è tornato Lupin, un ladro gentiluomo

di claudia
lupin

di Annamaria Gallone

Dallo scorso 5 ottobre, per la gioia dei suoi fan, sulla piattaforma di Netflix è tornato LUPIN e  chi aveva previsto che questa terza stagione avrebbe rischiato di rivelarsi noiosa, si è sbagliato di grosso: la nuova serie, con le tante trovate ispirate all’iconica figura di Arsenio Lupin, è forse ancora più coinvolgente e trattiene lo spettatore divertendolo ed emozionandolo perché si rivela un’avventura sempre nuova con tanti indizi e misteri avvincenti legati ad un eroe gentile dal grande carisma, Assane Diop, interpretato dal fantastico Omar Sy, celebre attore francese figlio di genitori senegalesi e mauritani.

Il racconto, come sempre, va avanti e indietro e, mentre nei flash back ci rivela episodi dell’infanzia di Assane che conferiscono più spessore al personaggio, una new entry interessante è quella di sua madre, che non l’aveva rifiutato, ma era stata arrestata in Senegal quando lui era piccolo ed emigrato in Francia insieme a Babakar.  La madre, condannata per i suoi furti, ladra come il figlio: che si tratti di una caratteristica trasmessa genicamente?

L’aspetto più intrigante della serie è questa capacità di scardinare i preconcetti di giusto e sbagliato, poiché cambia la prospettiva della storia e trasforma le vittime in colpevoli: è chiaro che tutti teniamo per lui, il ladro gentile che ha dovuto fuggire da Parigi abbandonando la famiglia, perseguitata dai media e dalla polizia per colpa sua. La ex moglie Claire ( Ludivine Sagnier) è sospettata essere complice del compagno e  insieme al figlio Raoul si ritrova su tutte le copertine di quotidiani e riviste scandalistiche. L’intera Francia è ossessionata dalla caccia all’imprendibile Lupin, che però ormai a fatica può nascondere, nonostante i molteplici travestimenti, la sua figura di gigante nero dal grande sorriso sfottente. Il suo peggiore nemico è finito in galera e Assane freme in attesa di poter nuovamente fare uno dei suoi colpi mirabolanti. Capisce d’altronde di dover tutelare la famiglia e decide allora di ricorrere a uno dei trucchi più amati dall’Arsenio Lupin letterario: un audace colpo seguito da una falsa morte. Il padre di Assane, ingiustamente accusato di furto dalla famiglia ricca per cui lavorava e ucciso in carcere, finalmenteè stato riabilitato, grazie al figlio che aveva cercato di scagionarlo, molti anni dopo, agli occhi dell’opinione pubblica e della polizia. Nel frattempo, il nostro eroe apprende che la madre è in pericolo e la situazione si complica. Una perla nera, un braccialetto e un quadro di Manet sono i tre furti geniali a cui assisteremo.

È evidente che la serie scritta dall’inglese George Kay può riservarci ancora molte sorprese e, durante i sei nuovi episodi, incollerà allo schermo famiglie intere, perché, a differenza di tanti altri polizieschi, non ci sono episodi di violenza efferata né intermezzi sessuali imbarazzanti e il tono è sempre leggero e spesso comico. La regia, la fotografia e il montaggio sono professionali, ma senza dubbio il merito della felice riuscita delle serie è dovuta a lui, il grande Omar Sy, ormai attore universalmente apprezzato.

Vediamo di conoscere qualcosa di più di questo personaggio: nasce a Trappes il 20 gennaio 1978 da Diaratou, una cameriera originaria della Mauritania, e Dembe Sy, un operaio senegalese  immigrato in Francia. Sy, il quarto di otto figli, non ha tra i suoi sogni quello di fare l’attore. Un giorno, però, accompagna un amico speaker a Radio Nova per la puntata pilota di un programma. Non ci sono ospiti e Sy inventa il personaggio di un calciatore nigeriano. Da quel momento, a cavallo tra il 1966 e il 1967 la sua verve comica gli fa spiccare il volo. Iniziano a chiamarlo alla radio per fare i personaggi telefonici e fa coppia fissa su Radio Nova con Fred Testot. Ben presto, i programmi comici dei due mattatori si moltiplicano, così come il loro successo, e arrivano le prime proposte dalla televisione: Omar si esibisce su Canal+ in vari programmi e, nel 2002 recita nel suo primo cortometraggio, ma diventa famoso con Quasi amici (Intouchables), uno dei film di maggior successo di tutti i tempi in Francia, per la cui interpretazione vince il Premio César per il migliore attore.

Il film, è ispirato a una storia vera: a Parigi, l’aristocratico e intellettuale Philippe è un milionario tetraplegico che, insieme alla sua segretaria Magalie, sta facendo un colloquio con i candidati per il posto di badante. All’improvviso, Driss taglia la fila dei candidati e porta con sé un documento della Previdenza Sociale, chiedendo a Phillipe di firmarlo per dimostrare che sta cercando un posto di lavoro per poter ricevere l’indennità di disoccupazione. Philippe sfida Driss, offrendogli un periodo di prova di un mese per fare esperienza nell’aiutarlo. Poi Driss potrà decidere se rimanere con lui o meno. Driss accetta la sfida e si trasferisce nella villa, cambiando la vita noiosa di Phillipe e dei suoi dipendenti.

Il film è commovente e comico al tempo stesso e Omar Sy rivela tutta la sua bravura d’attore con una mimica e una serie di espressioni davvero irresistibili. Il grande successo di questo film gli apre anche le porte di Hollywood dove è scritturato per due blockbuster: X-Men – Giorni di un futuro passato  e Jurassic World, quarto capitolo della saga creata da Steven Spielberg. Del 2018 è la prima serie di LUPIN. Intanto Omar continua la sua carriera hollywoodiana e per questo vive ormai spesso negli States con la moglie Hélène e i quattro figli Alhadji, Tidiane e Selly.

Condividi

Altre letture correlate: