“Io no, capitano!” Michelangelo Severgnini sfida Matteo Garrone volando in Senegal

di claudia

Di Valentina GeraciCentro studi AMIStaDeS APS

Il regista Michelangelo Severgnini è tornato sotto i riflettori affrontando nuovamente il tema della migrazione irregolare, dopo aver subito un rifiuto alla pubblicazione del suo documentario “L’Urlo – schiavi in cambio di petrolio” e l’impossibilità di diffondere il film nelle sale cinematrografiche.

In questo nuovo lavoro intitolato “Io no, capitano!“, disponibile online gratuitamente, Severgnini risponde al regista Matteo Garrone e al tanto acclamato “Io capitano”, dando voce ai senegalesi e mettendo in luce le loro battaglie e le rispettive esperienze nella migrazione irregolare verso l’Europa.

Lontano dalle luci di Hollywood e dalle narrazioni idealizzate, il regista offre uno sguardo maggiormente autentico sulle realtà vissute, soffermandosi in particolare sulle periferie di Dakar e sulla zona di Saloum, tra le più colpite dai flussi di immigrazione irregolare.

Basta con le bugie mediatiche e le narrazione falsate: “La verità dice al contrario che l’Africa sta lottando perché i propri figli non cadano nella trappola dei trafficanti di esseri umani. Per questo “Io no, capitano!” è la risposta a questo ennesimo trucco narrativo del cinema italiano ed occidentale” dice Severgnini svelando il velo della retorica attorno a noi.

Con il sostegno dell’associazione Sandalia e in co-produzione con Byoblu, “Io no, capitano!”non si presenta solo come un documentario quanto come un ennesimo tentativo di rispondere a ipocrisia e alla retorica predominante sul tema della migrazione.

Con le voci di Yayi Bayam Diouf, Ousseynu Ndour e Baye Ndioro Sene, fondatori di associazioni impegnate nella sensibilizzazione e nella lotta alla migrazione irregolare, Severgnigni condivide una visione più empatica e completa di una realtà già parecchio complessa.

“Io no, capitano!” è un grido di ribellione contro il conformismo dei media e una chiamata all’azione per una comprensione più impegnata delle questioni migratorie. A prendere la voce anche giovani, con i famosi artisti nella scena dell’urban music senegalese Bour Saloum e Leuz Diwane G. . Entrambi, con i loro testi e attraverso il loro attivismo, chiedono ai loro coetanei di restare in Senegal e costruire qui il proprio futuro.

In un mondo dove la verità è spesso sacrificata , “Io no, capitano!” si presenta come una voce dissidente, pronta a rompere catene e altrettante trappole.

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