Senegal, il parlamento revoca l’immunità a Sonko

di Stefania Ragusa
Sonko

L’Assemblea Nazionale del Senegal, barricata in modo inedito, ha fatto ieri quel che tutti si aspettavano: ha dato il suo assenso all’avvio della procedura che dovrebbe portare alla revoca dell’immunità parlamentare per Ousmane Sonko, il deputato leader del partito d’opposizione Pastef è stato accusato da una massaggiatrice ventenne di violenza carnale e minacce di morte. Lunedì la commissione incaricata di pronunciarsi sul merito di questa procedura tornerà a riunirsi. E il Paese aspetta con il fiato sospeso. Perché questa vicenda dai controni inverosimili potrebbe deflagrare rovinosamente. I disordini scoppiati nei giorni scorsi, quando si era sparsa la voce che la gendarmerie stesse andando a prelevare Sonko dalla sua abitazione a Cité kër Gorgui, potrebbero essere stati solo un assaggio. Sui social network, in particolare Facebook e nei gruppi WhatsApp, i sostenitori di Sonko – secondo quanto riferiscono alcune testate locali – starebbero intanto indicando una persona precisa come responsabile del complotto che potrebbe portare all’incriminazione del loro leader: Yakham Mbaye, direttore generale del quotidiano nazionale Le Soleil. La sua abitazione, quelle in cui risiedono le sue due mogli e la casa dei suoi genitori sono state tutte messe sotto sorveglianza.

Il coordinatore del Pastef in Italia, Amadou Diallo, interpellato da InfoAfrica, ridimensiona queste voci e afferma che “per noi il responsabile di questo complotto è solo il presidente Macky Sall che sta cercando di eliminare l’opposizione. Le persone che non riesce a cooptare nella sua maggioranza vengono fatte fuori. È il caso di Sonko”. “Tutti in Senegal sanno che si tratta di un complotto”, ha proseguito. “E il fatto che a prelevare la ragazza che accusa Sonko e a portarla via sia stato il figlio di una persona molto vicina al potere lo conferma”. Ad aver portato via la ragazza sarebbe stato Sidy Ameth Mbaye, figlio di Pape Sagna Mbaye, deputato del Benno Bokk Yakaar ed ex sindaco di Pikine. Diallo, che non mette in dubbio la versione di Sonko, nemmeno nei suoi aspetti apparentemente più inverosimili (il fatto di essere andato in una sala massaggi a sottoporsi a una cura per il mal di schiena, per esempio) ha espresso preoccupazione per quello che potrebbe accadere se il leader del Pastef venisse incarcerato. “C’è molta tensione e molta esasperazione. C’è anche il ricordo per come Macky Sall ha eliminato fino ad ora i suoi oppositori”. Il riferimento, in questo caso, è a Karim Wade, figlio dell’ex presidente Abdoulaye, e all’ex sindaco di Dakar, Khalifa Sall.
Domani mattina i sostenitori del Pastef tra i senegalesi della diaspora in Italia manifesteranno la loro solidarietà a Ousmane Sonko con dei presidi davanti l’ambasciata del Senegal a Roma e davanti ai consolati di Milano e Napoli.

(Stefania Ragusa)

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