Marocco, in crisi l’industria cinematografica

di Enrico Casale
Marocco cinema

L’industria cinematografica marocchina è in crisi. Il Centro cinematografico ha chiuso il bilancio con una perdita del 50% degli investimenti stranieri rispetto al 2019. Solitamente frequentati da cineasti di fama e dalle major hollywoodiane soprattutto, dall’inizio della pandemia, i set marocchini hanno spento. Risultato: «chiudiamo il 2020 con circa 400 milioni di dirham di investimenti stranieri (poco più di 36 milioni di euro), contro gli 800 milioni dell’anno scorso», spiega Sarim Fassi Fihri, produttore e direttore del Centro cinematografico marocchino.

Per il futuro ci sono spiragli di ottimismo: «Cinque grandi produzioni americane hanno già anticipato i loro impegni per il 2021, qui in Marocco. Sono pronti a girare lungometraggi e serie televisive a partire dal primo trimestre dell’anno nuovo; da Tangeri al deserto tutto il Paese geograficamente è interessato».

Unica preoccupazione condivisa con il resto del mondo è quella sulla riapertura delle sale cinematografiche, che ricorda Fihri, «in Marocco sono rimaste chiuse, senza ripensamenti, da marzo».

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