Un’arca di carta per gli animali in pericolo

di AFRICA
Arca di carta

In Zimbabwe, un giovane disegnatore autodidatta, Liberty Shuro, si sta facendo conoscere per i suoi strabilianti ritratti di animali che paiono fotografie, tanto sono curati nei dettagli. Ora le sue opere arrivano anche in Italia.

L’immagine è perfetta: i tratti e le ombre sono di un realismo impressionante, e i dettagli così nitidi e precisi che non riesco a trattenermi dal toccare il disegno, come se il tatto potesse rivelarmi qualcosa che i miei occhi stentano ancora a credere.

È il ritratto di un giovane babbuino seduto in buffa postura con in bocca un ramoscello: una foto da me scattata qualche anno addietro e ora trasformata in un’opera d’arte da un giovane dello Zimbabwe che con la sua matita sa creare veri miracoli su carta.

Ogni disegno, una sfida

Liberty Shuro, poco più che ventenne, originario di Gweru, nella provincia delle Midlands, ha lo sguardo sorridente, due occhi profondi e una mano magica. Basta dargli un foglio di carta e una matita per rendersi conto delle sue straordinarie capacità artistiche. Quando, alcuni anni fa, mi imbattei in uno dei suoi disegni, ne rimasi talmente impressionato che volli conoscere l’autore,. Tra noi nacque un’amicizia, corroborata dalla comune passione per la natura.

Liberty ritrae principalmente animali, con una precisione e ricchezza di dettagli che rende spesso difficile distinguere le sue opere dalle fotografie da cui sono tratte: elefanti, rinoceronti, leoni, leopardi, ghepardi e licaoni, ma anche cani domestici e piccoli rettili. Talvolta, con la sua matita compie un’incursione botanica disegnando una foglia, un fiore o un ramo che nulla hanno da invidiare ai ritratti di animali. Ma è la fauna che sembra affascinarlo più di ogni altra cosa: «La bellezza degli animali selvatici che popolano la Valle dello Zambesi è la principale fonte di ispirazione per le mie opere – conferma –. Ogni disegno è una sfida con me stesso, uno stimolo a migliorare la mia tecnica e il mio tratto. Perché ogni esemplare di animale è diverso dall’altro per le forme, le linee, i colori e i dettagli».

Dono di Dio

Come la maggior parte degli abitanti dello Zimbabwe, Liberty è un fervente cristiano e, quando gli chiedo da dove provenga il suo talento straordinario, non esita: «È un dono di Dio, io l’ho semplicemente coltivato, fin da quando ho iniziato a disegnare all’età di otto anni. Sono autodidatta. I miei ritratti sono un omaggio a ciò che Dio ha creato e a ciò che mi ha regalato».

Il ragazzo disegna nella sua modesta abitazione di Gweru, ma viaggia spesso per partecipare a fiere e manifestazioni culturali, o per consegnare le sue opere ai clienti. Nella difficile situazione economica del Paese non è facile sopravvivere nemmeno per un artista di talento. Molti estimatori, pur apprezzando i suoi lavori, non possono permettersi di acquistarli, così la gran parte dei suoi clienti è composta da stranieri: funzionari delle ambasciate, imprenditori, cooperanti delle ong…

La sua fama ha varcato i confini nazionali da quando alcune gallerie d’arte hanno cominciato a esporre le sue opere all’estero (anche in Italia, a Vercelli, presso la casa d’arte ViaDeiMercati). «Sono contento e lusingato che il mio lavoro sia apprezzato anche in Europa, ma resto attaccato alla mia terra, perché qui trovo linfa per il mio lavoro». Ogni volta che può, Liberty parte per la boscaglia e vi resta accampato per alcuni giorni a immortalare nuovi soggetti. «Passo intere giornate a osservare e fotografare gli animali che diverranno soggetti dei miei prossimi disegni. Mi concentro soprattutto sulle specie minacciate dall’uomo. Quando torno a casa, mi armo di matita e tanta pazienza per riprodurli sulla carta il più fedelmente possibile. Con il disegno cerco di metterne in risalto la bellezza e fragilità. Per ricordare a tutti l’importanza di proteggerli».

Così i ritratti di Liberty diventano una sorta di arca di grafite dove trovano ospitalità rinoceronti, elefanti e ghepardi… Nella speranza che le generazioni a venire possano ammirarli non solo sulla carta.

(Gianni Bauce)

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