Tanzania, bagni di vapore anti-Covid

di Marco Trovato

Una donna sta per uscire dalla cabina di inalazione installata dall’erborista Msafiri Mjema in una piazza di Dar es Salaam. Al costo di 1.000 scellini tanzaniani (circa 37 centesimi di euro) è possibile sottoporsi alla
cura anti-Covid, che dura circa dieci minuti. I vapori con essenze di limoni e zenzero sono diffusamente usati dalla popolazione per curare influenza, febbre alta e malaria. Il trattamento tradizionale – che non ha alcuna prova di efficacia scientifica contro il coronavirus – è stato sponsorizzato dal presidente tanzaniano John Magufuli, il quale ha riferito che uno dei suoi figli contagiato dal Covid-19 «si è ripreso grazie all’inalazione dei vapori benefici». La Tanzania è uno dei pochi Paesi in Africa a non aver adottato misure contro il virus, le autorità forniscono con il contagocce i dati sull’andamento dei contagi. Secondo Magufuli, considerato un negazionista della pandemia, «i vaccini fanno male, i lockdown non servono e Dio proteggerà il Paese». Non è l’unico capo di stato africano a essersi distinto in negativo nella gestione dell’emergenza sanitaria. Pochi mesi fa, il presidente del Madagascar Andry Rajoelina aveva promosso una bevanda a base di erbe nota come COVID-Organics come cura per il coronavirus, nonostante non fosse stata sottoposta a studi clinici. La scorsa settimana, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha lanciato un avvertimento contro le persone che utilizzano rimedi per il coronavirus non testati dalla comunità scientifica.

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