Otto navi cinesi sequestrate, lotta dura alla pesca illegale in Africa occidentale

di Enrico Casale

Le autorità in Africa occidentale hanno sequestrato otto navi cinesi che praticavano la pesca illegale. I proprietari di barche potrebbero essere condannati a pagare milioni di dollari in multe. Da due mesi, Guinea, Sierra Leone e Guinea-Bissau e l’associazione ambientalista Greenpeace hanno lanciato una serie di controlli per impedire il continuo saccheggio delle risorse ittiche da parte di imbarcazioni asiatiche (cinesi, ma anche giapponesi e coreane) ed europee.I sequestri sono i primi risultati tangibili di questa attività di pattugliamento condotta da ispettori locali, imbarcati su una nave di Greenpeace.

Si stima che la pesca illegale provochi perdite intorno ai 2,3 miliardi di dollari ai Paesi rivieraschi. Questi, da parte loro, fanno fatica a contrastare il fenomeno. I magri bilanci statali non permettono di formare il personale e di dotarsi delle tecnologie necessarie per contrastare le flotte di pescherecci illegali.

La pattuglia ha fermato otto navi che violavano le norme di pesca e ha fermato 37 persone. Altre due navi straniere sarebbero implicate nella pesca illegale, ma su di esse sono in corso indagini.

«Il numero di arresti è un sorprendentemente elevato, soprattutto se si considera che gli equipaggi delle navi sequestrate sapevano dell’azione delle nostre pattuglie» ha commentato Pavel Klinckhamers di Greenpeace.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Geng Shuang ha dichiarato che la Cina si oppone a tutte le forme di pesca illegale e ha chiesto che le imprese cinesi operino legalmente e secondo le regole scritte per proteggere l’ambiente marino. «La Cina auspica che i Paesi interessati possano far rispettare la legge in modo civile, in conformità con la legge, proteggendo i diritti delle aziende cinesi interessate e dei loro dipendenti», ha detto Geng.

Nessun funzionario Ue ha invece commentato. L’Ue, che importa 874 milioni di euro di prodotti ittici dall’Africa occidentale, deve rispettare quote di pesca e paga la compensazione ai governi locali. Bruxelles ha inoltre fornito finanziamenti per reprimere la pesca illegale.

Condividi

Altre letture correlate:

Lascia un commento

Accetto la Privacy Policy

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.