Le surfiste marocchine in prima linea contro i pregiudizi di genere

di claudia

Surfare, cavalcare le onde con tavole di diversi tipi e dimensioni è uno sport molto amato nel continente africano, che vanta una generosa quantità di spot adatti. In Marocco, tra le migliori località per praticare surf al mondo, con 2500 chilometri di costa atlantica, questa disciplina sta diventando sempre più popolare tra il genere femminile anche se, rispetto agli uomini, si tratta ancora di una minoranza. Una nuova generazione di surfiste marocchine si sta battendo per portare sempre più donne sulle onde, contro i pregiudizi di genere e i vincoli tradizionali.

Surfare, che passione, soprattutto in Africa. Secondo Surfer Magazine, questa disciplina avrebbe avuto origine proprio in Senegal e in Angola. La prima fonte scritta su questo sport risale al lontano 1630, in quello che oggi è conosciuto come Ghana. Le coste dell’Africa possono vantare migliaia di chilometri di acqua e onde, perfette per gli appassionati di surf, capaci di calvare onde altissime.

Il Marocco, in particolare, può vantare alcuni dei migliori spot di surf al mondo, attivi tutto l’anno. Onde di grandi dimensioni si possono trovare lungo i 2.500 chilometri della costa atlantica del Paese. Tra le celebrità del surf del Paese ormai conosciuti a livello mondiale spicca Ramzi Boukhiam, che ha rappresentato il Marocco alle Olimpiadi del 2020.

Negli ultimi anni questo sport sta diventando sempre più diffuso tra le donne, appassionate di questo sport, anche se sono ancora troppo poche rispetto agli uomini. Tra le pioniere del surf femminile marocchino troviamo Maryam el Gardoum, ex campionessa di surf che è riuscita a fondare una scuola di surf, la Dihya Surf School, dove insegna questo sport alle donne locali. Maryam è cresciuta nel villaggio di pescatori di Tamraght, Marocco. Lei, come altre coetanee, si batte per un maggiore coinvolgimento delle donne in questa disciplina. Di recente, riporta il sito Fansided, l’atleta ha realizzato una linea di magliette per la sua scuola di surf raffigurante una donna che indossa l’hijab ed esprime la sua volontà di surfare. “In Marocco ci sono molte donne che indossano l’hijab e vogliono provare a fare surf”, spiega Maryam. “Volevo creare un design che dimostrasse che tutte le donne possono fare surf, non importa chi siano”, spiega Maryam su Fansided.

In un articolo uscito su Vice emergono alcune problematiche che ancora rendono questo sport difficile da praticare le donne marocchine. “Quando vado a surfare solo con un’amica, a volte incontriamo persone ostili”, dice Rabaa. “Ma se sono in compagnia di un ragazzo, va tutto bene”, spiega Zainab Rabbaa, un’atleta locale.

Oltre allo sguardo altrui, a pesare sono le considerazioni di alcune famiglie marocchine che, si legge su Vice, spesso hanno il timore che lo sport sia troppo pericoloso per le donne. L’atleta Rabbaa ha cercato in tutti i modi di convincere la famiglia a lasciarla praticare questo sport e ci è riuscita mostrandosi indipendente. “Volevo uscire da sola fin da quando ero piccola. Ho fatto il primo viaggio a 20 anni. Sono andata al mare, così si sono abituati. Del resto le famiglie hanno più paura degli uomini che delle onde”.

Oltre a Maryam, c’è una nuova generazioni di surfiste marocchine che, oltre ad ottenere successi sportivi, cercano di offrire alle donne del Paese che vogliono surfare un modello positivo, un nuovo orizzonte per le donne marocchine che vogliono surfare. Nonostante persista ancora in pensiero tradizionale che vede ancora il surf come una disciplina maschile e molte donne stesse non si cimentino ancora in questo sport, qualcosa sta cambiando. Tra i nomi delle nuove generazioni e campionesse spicca per esempio quello di Lilias Tebbai, 19 anni. Lilias è un surfista professionista marocchina, sei volte campionessa nazionale femminile. Lilias ha dimostrato le sue capacità sia nel suo Paese d’origine che sulla scena mondiale. Ha vinto tre medaglie d’oro nell’edizione femminile dell’Agadir Open e ha rappresentato la sua nazione come medaglia d’oro nella competizione a squadre alle Gymnasiades 2018, dove ha portato a casa anche una medaglia d’argento.

Nonostante i successi, l’atleta è ben consapevole degli ostacoli da superare, anche una volta salite sulla tavola. Come si legge in una sua intervista su Condè Nast, gli ostacoli se si vuole gareggiare per le donne ci sono ancora: “Facciamo surf nelle stesse condizioni degli uomini e gareggiamo nelle stesse gare. Anche le donne sono fantastiche, ma non sempre veniamo trattate allo stesso modo”, afferma l’atleta.

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