Gli Usa ritornano in Africa

di Enrico Casale

Il presidente Usa Joe Biden terrà un vertice con i leader africani per mostrare l’impegno degli Stati Uniti nel continente. Lo ha annunciato il segretario di Stato americano, Antony Blinken. “Come segno del nostro impegno nei confronti delle nostre partnership in tutto il continente, il presidente Biden intende ospitare il vertice dei leader Usa-Africa per portare avanti il tipo di diplomazia ed impegno di alto livello che possono trasformare le relazioni e rendere possibile una cooperazione efficace”, ha detto Blinken durante un discorso nella capitale nigeriana Abuja senza rendere nota la possibile data del summit.

La visita di Blinken e il futuro summit di Joe Biden sono due mosse per mostrare un rinnovato interesse degli Stati Uniti nei confronti dell’Africa. Un continente dal quale Washington ha segnato una sorta di ritirata durante l’amministrazione di Donald Trump.

In un’intervista a Tv5Monde, Bakary Sambe, fondatore dell’Osservatorio sui radicalismi e conflitti religiosi in Africa e direttore del Timbuktu Institute-African Centre for Peace Studies, ha detto “non dobbiamo dimenticare che il programma della campagna di Joe Biden era America is back, ovvero il ritorno di un’America che mostra la sua vitalità, economicamente e politicamente, un’America appassionata della scena internazionale”.

Il contesto, secondo l’analista, è segnato da vari elementi: la continua ascesa della potenza cinese, che occupa un posto d’onore nelle relazioni internazionali, anche in Africa; il fatto che la Francia, alleato degli Usa nel Sahel, si trova in un periodo piuttosto complesso; infine, un effetto trasversale, “il ritorno dell’America a rafforzare l’asse atlantico, in un contesto che definirei il ricongiungimento dei figli di Victoria: Regno Unito, Stati Uniti e Australia”, ha detto Sambe.

Washington però si trova a dover anche far fronte ad alcune crisi politico-militari che mettono in discussione la tenuta di nuovi e vecchi alleati. Per anni, per esempio, l’Etiopia è stato uno dei più solidi amici degli Stati Uniti nell’Africa orientale. Lo scoppio della guerra civile tra le forze armate di Addis Abeba e le milizie tigrine legate al Fronte popolare di liberazione del Tigray sta però minando l’unità nazionale e rischia di compromettere il ruolo del Paese non solo nella regione, ma nell’intero continente. “Siamo seriamente preoccupati – ha detto Blinken ai microfoni dell’emittente statunitense Npr durante il soggiorno in Kenya – per l’escalation della violenza, l’espansione dei combattimenti in tutto il Paese e quello che vediamo come un rischio crescente per l’unità e l’integrità dello Stato etiope”. E ha aggiunto: “Indipendentemente da come lo chiamiamo, questo conflitto deve finire. E ci deve essere responsabilità da tutte le parti”.

Dopo la caduta del presidente Omar al-Bashir, Washington aveva investito molto anche nella democratizzazione del Sudan. Un Paese che svolge un ruolo strategico di collegamento tra l’area araba e quella africana e importante per le sue risorse naturali. Il golpe che ha cancellato la presenza civile al governo consegnando il potere ai militari ha preoccupato sia gli Stati Uniti sia altri governi occidentali. Proprio in Sudan è molto forte la rivalità tra Usa e Cina. Con Washington che chiede maggiore rispetto dei valori democratici e Pechino più interessato a sviluppare i rapporti economici, soprattutto in campo energetico.

Delicata è anche la situazione in Africa occidentale dove i movimenti terroristici di matrice jihadista minacciano stanno destabilizzando un’ampia regione che comprende Stati chiave come la Nigeria e il Mali. “Sosteniamo fortemente l’impegno, la leadership e la voce forte della Nigeria”, ha detto Blinken in una conferenza stampa nella capitale Abuja. Un sostegno che si concretizza anche in un aiuto militare con forniture continue di armamenti per combattere i fondamentalisti legati ai network di al-Qaeda e Stato Islamico.

Anche in Africa occidentale, Blinken ha però rilanciato un ruolo più ampio degli Usa. “Penso che siamo stati un po’ irregolari e forse inadeguati negli ultimi anni, quindi mi piacerebbe vederci migliorare in termini di qualità e quantità del nostro impegno”, ha detto in Nigeria. Biden spera di mostrare la leadership degli Stati Uniti in Africa, anche nella lotta alla pandemia di Covid-19 (in Senegal Blinken ha visitato il centro di produzione dei vaccini finanziato dagli Usa) e ai cambiamenti climatici, come parte di una competizione globale con una Cina in ascesa, che ha avidamente perseguito risorse nel continente con poco clamore sulla governance democratica. Usando un linguaggio più sottile dell’amministrazione Trump, Blinken ha affermato che gli Stati Uniti non sono concentrati sulla Cina ma vogliono condurre “una corsa verso l’alto”.

(Enrico Casale)

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