Burundi | «Verso nuove elezioni truffa»

di Enrico Casale
Agathon-Rwasa

Il principale partito di opposizione del Burundi, il Consiglio nazionale per la libertà (Cnl), ha dunque scelto Agathon Rwasa (foto) come candidato per le elezioni presidenziali del 20 maggio. Dovrà vedersela con il candidato del partito al potere, il Consiglio nazionale per la difesa della democrazia – Forze per la difesa della democrazia (Cndd-Fdd), il generale dell’esercito Évariste Ndayishimiye. La notizia è che il presidente Pierre Nkurunziza – la cui decisione di pretendere a un terzo mandato aveva fatto precipitare nel 2015 il Paese in una serie di violenze che avevano provocato la morte di almeno 1200 persone e costretto almeno 400mila a lasciare il Paese – non si ricandiderà. Questo, benché, a seguito del referendum del maggio 2018 avrebbe potuto rimanere in carica fino al 2034.

Anche per questa tornata elettorale il clima promette di non essere propriamente tranquillo. Solo la scorsa settimana il governo ha dichiarato di aver eliminato 22 «malfattori» responsabili di una serie di violenze soprattutto nei pressi della capitale Bujumbura. Negli scontri sarebbero stati uccisi due membri delle forze di polizia; sei gli uomini che sono stati catturati. Secondo quanto riferito sull’emittente di Stato Rtnb dal portavoce della polizia, Pierre Nkurikiye, i criminali avrebbero approfittato del periodo di campagna elettorale per seminare il terrore tra la popolazione pensando che le autorità fossero distratte. «La popolazione deve rimanere calma perché gli agenti di polizia stanno garantendo la sicurezza dell’area», ha assicurato Nkurikiye.

Dopo gli incidenti è iniziata un’azione di repressione ai danni dell’opposizione che il Cnl ha condannato, in quanto si tratterebbe di «un’ondata di arresti arbitrari». Secondo il portavoce del Cnl, Thérence Manirambona, si tratta di una vera caccia all’uomo che si rivolge principalmente ai leader locali del suo partito, dal momento che 200 esponenti del Consiglio nazionale per la libertà si trovano in carcere. Che la situazione sia esplosiva lo testimonia anche la nomina di Gervais Ndirakobuca, detto Ndakugarika (“ti ucciderò” in kirundi), a capo dei potenti servizi di intelligence.

Vi sarebbero almeno tre gruppi ribelli nella foresta che, secondo fonti locali, sarebbe un suicidio andare a cercare là dentro; ma il problema appare più interno al partito di governo che esterno. La guerra sarebbe tutta intestina tra i generali e il Mutama (vecchio), il presidente, che non sopporta di essere sfidato. La chiamano mchezo wa ndani: “la partita interna”. Ci sono persone che spariscono nel nulla. Anche chi ha un figlio desaparecido evita di parlarne, per paura di fare la sua stessa fine. Infatti, come racconta una fonte che chiede di restare anonima, «se vai in giro hai quasi la sensazione che tutto è a posto, ma se entri nelle case e parli con le persone, tutti ti dicono come stanno le cose».

Poi c’è il capitolo armi. Ci sarebbe stata una massiccia distribuzione di armi per contrastare l’opposizione. In strada, nei luoghi pubblici, negli autobus, non si parla. «Se fai un commento strano, prima che il bus fermi arriva un pick-up, ti fanno scendere e poi salire sull’ultima macchina della tua vita, e nessuno saprà mai com’è andata a finire la tua storia». La rabbia tra la gente è enorme, «ma anche il sentimento di resa è immenso. Si percepisce un senso di impotenza e frustrazione generalizzati».

Si parla già di «elezioni truffa», come ha dichiarato Agathon Rwasa ai delegati del suo partito; ma «i burundesi non lo permetteranno».

(Fabrizio Floris)

Condividi

Altre letture correlate: