Allevatori di grilli

di AFRICA
Grilli 1

In Kenya e Uganda, gli allevatori di Flying Food da anni producono insetti per l’alimentazione umana. Il loro business, in crescita, fa bene all’economia, all’ambiente e alla salute dei consumatori

«Hai controllato che i grilli adulti abbiano mangiato abbastanza?». «Sì, hanno divorato tutto e sto sfamandoli con lattuga fresca». «Bene, poi verifica che la temperatura sia adeguata alle larve». È un normale colloquio di lavoro tra i dipendenti di Flying Food, impresa sociale che produce in Kenya e Uganda grilli destinati al consumo umano. «Questi insetti hanno uno straordinario valore proteico: circa il doppio della carne di manzo. E, a differenza delle proteine vegetali, sono proteine complete e di alta qualità, contenenti tutti gli amminoacidi essenziali», informano i promotori dell’iniziativa. Che argomentano: «I grilli sono una ricca fonte di fibre e minerali come il calcio e il ferro, di vitamina B12 e di acidi grassi omega 3». Fanno bene alla salute umana, costano poco e la loro produzione è assolutamente ecosostenibile.

Contro la povertà

L’attività di Flying Food è stata avviata nel 2013 con capitale olandese. Oggi sono decine le sedi produttive gestite da piccoli allevatori sulle rive del Lago Vittoria. «In questa regione la popolazione più povera soffre di malnutrizione, in particolare per la carenza di proteine», dicono alcuni di loro a Masaka. Le persone indigenti che vivono in queste aree possono permettersi pesce o carne una volta la settimana quando va bene, e in alcune stagioni i prezzi diventano proibitivi per quasi tutti. «L’agricoltura di sussistenza fornisce alla dieta quotidiana fibre e vitamine, ma non basta a coprire l’apporto calorico di 2100 kilocalorie raccomandate al giorno», fanno notare al quartier generale di Kampala i responsabili di Flying Food. «La situazione più critica è quella delle donne, che hanno meno accesso alle risorse chiave, all’istruzione e alla formazione». Con il nuovo business dei grilli centinaia di contadini hanno trovato il modo di incrementare il reddito. «Tra un raccolto e l’altro dei miei campi ora riesco a sfamare la famiglia grazie ai grilli – racconta Samen, del villaggio di Nyanza –. La gente ne va pazza, i grilli vanno a ruba. I ricavi? L’equivalente di sei euro e mezzo al chilo».

Anche in Italia…

Nel mondo esistono oltre 1800 specie di insetti commestibili, dagli scarabei alle api, dalle cavallette alle larve dei lepidotteri. Cinque miliardi di persone mangiano abitualmente insetti. Ciò che suscita ribrezzo in certe culture, in altre è una leccornia. Ma sempre più persone supereranno le diffidenze. In Italia i grilli allevati vengono venduti per nutrire gli animali, ma a breve (c’è il via libera di Bruxelles: manca solo l’autorizzazione dell’Efsa, l’agenzia Ue per la sicurezza alimentare) potranno essere acquistati anche per l’alimentazione umana.

In ogni stagione

«Da noi in Uganda la gente è ghiotta di grilli, i bambini vengono mandati dai genitori nella boscaglia a raccoglierli per preparare cene succulenti», spiega Charles, un allevatore di Flying Food nella località di Bukoba. «Sono consumati interi dopo la cottura o la frittura, o trasformati in una farina molto gustosa». La raccolta in natura avviene solo due mesi l’anno, dopo la stagione delle piogge. «I nostri allevamenti rendono questo alimento disponibile tutto l’anno, con beneficio nostro e dei consumatori finali». E dell’ambiente. Basta un chilo e mezzo di mangime per produrre un chilo di grilli mentre per un chilo di carne di bovino ne servono dieci. Oltretutto l’investimento iniziale è minimo. I grilli si riproducono molto più velocemente delle vacche e occupano molto meno spazio. In pochi metri quadri se ne possono allevare decine di migliaia. «Sono proprio soddisfatto della mia nuova attività», commenta Samuel, 65 anni, che ha da poco avviato un allevamento non lontano da Kisumu, in Kenya. «Grazie alle vendite, riesco ad arrotondare l’importo della mia magra pensione. Alla sera sento sfrigolare nelle cucine dei vicini i miei grilli e questo suono mi riempie di orgoglio».

(testo di Marco Trovato – foto di Sven Torfinn / Panos / Luz)

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