Togo | Faure trionfa. L’amarezza di Farida Nabourema

di Pier Maria Mazzola

I risultati sono arrivati prima del previsto. Annunciato per la giornata odierna, l’esito del voto di sabato è stato annunciato già ieri sera dalla Commissione elettorale nazione indipendente (Ceni). Sono dati «provvisori», ma comunicati con notevole ufficialità che – fatalità –riconfermano alla massima carica dello Stato Faure Gnassinbgé con il 72,36%, percentuale sensibilmente più alta del 58% raccolta nel 2015.

Il candidato più vicino al presidente uscente è Agbéyomé Kodjo, che si ferma al 18,37% e che già rifiutato il risultato. In un messaggio ai togolesi, l’ex primo ministro (2000-02) del padre dell’attuale presidente, che poi prese le distanze dal dittatore e dovette esiliarsi in Francia, si dichiara «presidente democraticamente eletto» e appella «le popolazioni su tutto il territorio nazionale e nella diaspora a difendere con risolutezza la verità delle urne».

Kodjo, candidato della “Coordination Mgr Kpodzro” (il riferimento è all’arcivescovo emerito di Lomé, che a 89 anni è uno dei protagonisti della scena politica togolese), ha anche annunciato la nomina imminente del suo primo ministro. «Faure si sta divertendo, ma finirà tragicamente nei prossimi giorni», ha commentato, secondo quanto riportato da Togo Actualité, il coordinatore della campagna elettorale di Kodjo.

Agli altri cinque candidati vanno le briciole dei suffragi. Deludente, in particolare, il 4,35 di Jean-Pierre Fabre, che era dato tra i favoriti (Faure a parte) e che ottiene il peggior risultato della sua carriera.

Il tasso di affluenza alta è stato più alto che nel 2015 (76,63% contro il 61%) e mai prima d’ora i risultati erano stati pubblicato così velocemente. Quanto al presidente, che si riconferma fino al 2025 – per un totale, dunque, di vent’anni al potere (che vanno a sommarsi ai 38 del padre Eyadéma) –, il ministro Gilbert Bawara ha dichiarato, riporta Jeune Afrique, che con queste elezioni Faure Gnassinbgé «ha sfondato in località un tempo per lui difficili, mentre nel resto del Paese si è trattato di un vero plebiscito».

Farida Bemba Nabourema

Sconcertata, anzi amara, la reazione di una nota blogger/attivista togolese, Farida Nabourema, che nel suo post di questa mattina si firma “Una cittadina togolese disillusa”. Sembra non tanto credere ai brogli elettorali quanto manifestarsi delusa della «credulità dei togolesi». Lei, animatrice del movimento “Faure Must Go”, si vede costretta a scrivere in data odierna: «Con questa nota, mi tolgo ufficialmente di mezzo da questa lotta. Ho cominciato Faure Must Go quando avevo 20 anni e fra poco ne avrò 30. Non rimpiango niente del contributo che ho dato a questa lotta, ma la mia visione dell’Africa mi spinge e a credere che se il mio impegno non può servire a niente in un Paese, potrà servire a qualcosa altrove». Poche righe prima, aveva evocato la sua decisione di rinunciare alla cittadinanza togolese.

Immagine di apertura: caricatura di Faure Gnassinbgé su un sito di opposizione della diaspora togolese (cvu-togo-diaspora.org)

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