Sudan: al-Burhan apre ai colloqui e detta le condizioni a Hemetti

di claudia
Abdel Fatah al-Burhan

Il capo dell’esercito sudanese, generale Abdel Fattah al-Burhan (nella foto), ha dettato le sue condizioni in un’intervista con la Bbc per i negoziati di pace le Forze di supporto rapido (Rsf) guidate dal suo ex alleato Mohamed Hamdan Dagalo (Hemetti).

“Siamo pronti ad avviare negoziati se la leadership di queste forze ribelli avesse il desiderio di ritornare in sé e di ritirare le sue truppe dalle zone residenziali e di farle ritornare nelle sue caserme, allora ci siederemo con qualcuno di loro” ha detto. “Quando si impegnerà a rispettare quanto concordato a Gedda ci siederemo per risolvere questo problema”, ha continuato al-Burhan

Il Sudan è teatro di scontri tra l’esercito e le Rsf da aprile, un conflitto che ha provocato almeno 5.000 morti e lo sfollamento di oltre 5,2 milioni di persone, secondo i dati delle Nazioni Unite. Finora diversi accordi di cessate il fuoco mediati da Arabia Saudita e Stati Uniti non sono riusciti a fermare le violenza. Le due parti in guerra avevano concordato a Gedda, in Arabia Saudita, di rispettare i civili e permettere l’afflusso di aiuti umanitari.

Al-Burhan, che è anche il capo del Consiglio sovrano al governo del Sudan, ha escluso che il Sudan possa diventare uno Stato fallito come la Somalia o un paese diviso come la Libia a causa dei combattimenti. “Il Sudan rimarrà unito. Il Sudan rimarrà uno stato intatto, non uno stato fallito. Non vogliamo quello che è successo negli altri paesi”, ha osservato al-Burhan. Il generale sudanese ha anche negato le notizie di attacchi aerei indiscriminati da parte delle sue forze su aree residenziali. 

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