Senegal: luce verde per Khalifa Sall e Karim Wade, Sonko in ospedale

di claudia
Khalifa Sall e Karim Wade

L’Assemblea nazionale senegalese ha restituito l’eleggibilità a due figure dell’opposizione, Khalifa Sall e Karim Wade, a sette mesi dalle elezioni presidenziali, dove dovrebbero essere tra i principali candidati. La riforma del codice elettorale adottata con 124 voti favorevoli, 1 contrario e 0 astenuti consente a un condannato e che abbia successivamente beneficiato di amnistia o grazia – come è il caso di K. Sall e A. Wade – di comparire nelle liste elettorali, e quindi candidarsi alle elezioni.

Se il testo verrà promulgato, Khalifa Sall, ex sindaco di Dakar, e Abdoulaye Wade, figlio dell’ex presidente Abdoulaye Wade, saranno probabilmente annunciati tra i principali candidati presidenziali di febbraio 2024.

Karim Wade, figlio dell’ex presidente Abdoulaye Wade (dal 2000 al 2012) è stato condannato nel 2015 a sei anni di carcere per arricchimento illecito. Ex ministro di stato sotto il regime del padre, è stato graziato nel 2016 dal presidente Macky Sall e da allora vive in Qatar.

Khalifa Sall è stato riconosciuto colpevole di appropriazione indebita di circa 2,5 milioni di euro dalle casse comunali, e condannato nel 2018 a cinque anni di reclusione. Incarcerato nel 2017 e poi revocato, è stato rilasciato nel 2019, anche grazie alla grazia di Macky Sall.

Le elezioni presidenziali si terranno domenica 25 febbraio 2024 in Senegal. Macky Sall ha annunciato il 3 luglio in un discorso alla Nazione che non si candiderà per un nuovo mandato. 

Nel Paese il clima rimane teso. In carcere da lunedì 31 luglio, l’oppositore politico senegalese Ousmane Sonko sarebbe stato ricoverato al pronto soccorso, secondo un comunicato divulgato nel fine settimana dal suo partito (sciolto dal governo), il Pastef, da cui si apprende che gli alleati di Sonko sono molto preoccupati dalla salute di Sonko, in sciopero della fame da diversi giorni, e ritengono le autorità responsabili per la sorte del leader politico.

Poco prima, dal carcere di Sébikotane, il più radicale oppositore del presidente Macky Sall aveva inviato una lettera al cancelliere capo del tribunale di Dakar. Intitolata “Atto di non acquiescenza”, questa corrispondenza evoca la sua condanna a due anni di carcere nel caso Sweet Beauty. In questa lettera, riporta Sud Quotidien, Ousmane Sonko ricorda i fatti che hanno portato alla sua condanna da parte della camera penale dell’Alta corte di Dakar, il 1° giugno 2023, a seguito di una sentenza in udienza speciale. Cita anche l’arresto a casa sua il 28 luglio e la sua detenzione nel centro correzionale di Sébikotane il 31 luglio. Afferma inoltre la sua scelta di non acconsentire alla sentenza pronunciata nei suoi confronti e chiede che questa decisione sia registrata.

Nel frattempo, l’avvocato francese di Sonko, Juan Branco, ricercato dal Senegal in relazione ai recenti disordini nel Paese, è stato arrestato il 5 agosto a Rosso, vicino al confine con la Mauritania, secondo diversi funzionari della polizia senegalese.

Branco ha attirato molta attenzione annunciando una denuncia in Francia e un rinvio alla Corte penale internazionale (Cpi) contro il presidente Macky Sall per “crimini contro l’umanità” a giugno, dopo che il suo cliente è stato condannato a due anni di carcere per “corruzione di gioventù”.

L’ufficio del pubblico ministero senegalese ha annunciato il 14 luglio di aver aperto un’indagine giudiziaria e richiesto un mandato di arresto nei suoi confronti sulla base dei suoi scritti e delle sue osservazioni.

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