Qual è il gioco di Putin? Un’analisi africana

di claudia
vladimir putin

“Il gioco di Putin in Africa, cosa vuole Vladimir Putin dal continente?”: è questo il titolo di un interessante analisi pubblicata oggi dal mensile economico panafricano African Business e scritta da Edgar Githua, professore di relazioni internazionali presso la Strathmore University di Nairobi, una delle principali del Kenya.

Nel suo testo Gituha analizza le ambizioni geopolitiche del presidente russo Vladimir Putin in Africa, sostenendo che egli miri a ristabilire la grandezza perduta della Russia, sfruttando sentimenti legati all’era sovietica per offrire un’immagine completamente diversa della Federazione Russa. Secondo l’autore, Putin cerca di posizionarsi come un eroe per l’Africa, proponendo la Russia come salvatrice, nonostante un interesse storico limitato verso il continente. L’articolo evidenzia l’intenzione di Putin di superare l’influenza di Cina e Stati Uniti in Africa, nonostante le sfide nell’ottenere alleati africani, come dimostrato da quanto accaduto con la risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che condannava l’invasione russa dell’Ucraina, dove ha ottenuto una risposta mista da parte dei Paesi africani.

Inoltre, Gituha ha menzionato il secondo Summit Russia-Africa del 2023, notando una riduzione della partecipazione africana rispetto al summit del 2019, come indicatore della difficoltà della Russia nel guadagnare l’allineamento africano. Viene sottolineata l’importanza della sicurezza alimentare nel contesto geopolitico globale, con la Russia che cerca di coltivare la lealtà africana attraverso promesse di forniture di grano, viste però come opportuniste dall’autore.

Putin è descritto come promotore di un mondo multipolare e dell’agenda Brics, con l’obiettivo di accrescere l’influenza russa in Africa e ottenere supporto per posizioni chiave a livello globale, come il seggio al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e l’inclusione nel G20. L’articolo critica la dipendenza creata dall’espansione militare e energetica russa in Africa, etichettandola come una nuova forma di “neo-colonialismo russo”, e condanna l’uso di compagnie militari private, come il Gruppo Wagner o l’Africa Corps, per abusi dei diritti umani e sfruttamento delle fragili democrazie africane.

In sintesi, l’autore presenta Putin come un leader determinato a usare l’Africa per rafforzare la posizione globale della Russia, attraverso strategie che rischiano di sottomettere il continente a una nuova dipendenza neo-coloniale. 

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