Niente glamour per il primo nominato ugandese ai Grammy

di Valentina Milani

Di Céline Nadler

Video musicali impregnati di umiltà e girati per la maggior parte nei bassifondi delle città o in aree rurali remote dell’Africa: ci porta lontano dal glamour degli accecanti proiettori puntati su Beyoncé o su Adele l’artista Eddy Kenzo, il primo musicista ugandese ad essere nominato per gli annuali Grammy Awards 2023, nella categoria Best Global Music Performance, con il suo brano “Gimme Love”.

Degna dei romanzi di formazione più emblematici della storia della letteratura, l’ascesa del cantante verso il successo colpisce innanzitutto per la bassezza del gradino sulla scala sociale da cui inizia la sua storia. L’artista, il cui vero nome è Edirisa Musuuza, ha perso la madre all’età di quattro anni e oggi ancora, Kenzo non conosce suo padre né sa dove è nato. Ma il tempo trascorso nelle strade e tra le baracche della capitale Kampala, dove ha vissuto per 13 anni durante la sua gioventù, è riuscito a instillare tenacia in questo trentaduenne, che ha saputo anche ispirarsi all’ascesa dagli stessi bassifondi fino alla scena internazionale del musicista-politico Bobi Wine, ex candidato alle elezioni presidenziali del 2021, che ha perso contro l’invincibile Yoweri Museveni, al potere in Uganda da quasi 40 anni. “Il suo successo è stato un grande passo per me, per la mia famiglia e per la gente del ghetto, quelli che vengono dal nulla. Ci ha dato molta speranza che tutto sia possibile”, confida Kenzo evocando l’impatto del successo riscosso dall’ormai leader del più grande partito di opposizione ugandese, puntualmente messo agli arresti dalle forze di sicurezza del regime.

Eppure è tutt’altro che rettilineo il tracciato che ha seguito la strada per la fama internazionale del neo nominato ai Grammy Awards. Sin dalla tenera età, Kenzo voleva diventare un calciatore professionista, vincendo persino una borsa di studio per il collegio grazie al suo talento. Prima di scoprire che la musica era il suo destino. Ma anche allora, non è in grado di finanziare la produzione di “Sitya Loss”, la canzone che lo ha messo sotto i riflettori per la prima volta otto anni fa. Tuttavia, il brano riesce a imporsi sui social media, fino a raggiungere il pubblico statunitense. “Questo gli ha portato sufficienti fama e denaro per lanciarlo ufficialmente”, spiega Andrew Mayiga Kaggwa, giornalista di intrattenimento per il Daily Monitor di Kampala. Con 48 milioni di visualizzazioni su YouTube al 25 novembre del 2014, “Sitya Loss” diventa la canzone più vista tra tutti gli artisti ugandesi e apre la breccia verso il successo dove si infila Kenzo. 

Da allora, potrebbe essere indicato come il secondo musicista più popolare dell’Uganda, ma i numeri che raccoglie su YouTube raccontano una storia diversa: il canale di Kenzo conta 2,1 milioni di abbonati, ossia cinque volte i risultati realizzati sulla piattaforma multimediale dai fan di Jose Chameleone (403.000). Seguono Bobi Wine, con 279.000 abbonati, Bebe Cool (227.000) e Juliana Kanyomozi (150.000). “La gente ama il suo stile nel produrre video. Non ne ha mai abbastanza dei bambini poveri che eseguono alcuni dei migliori passi di danza in Africa. Risuonano con milioni di africani che hanno origini povere. Questo è anche il motivo per cui Eddy Kenzo sostiene i giovani ballerini delle baraccopoli”, racconta al portale Quartz Sinda Matiko, giornalista di intrattenimento per il Daily Nation a Nairobi. In effetti, ciò che distingue il cantautore ugandese, anche nella folla glamour dei nominati e vincitori di Grammy, è che, a differenza degli altri video che riflettono principalmente un mondo ricco con tante di auto d’epoca e abiti firmati, Kenzo fa luce sull’indigenza, sulla penuria e sulla privazione. Ciononostante, le sue immagini – un ricordo costante della sua infanzia difficile – girate nelle zone rurali dell’Uganda o nelle baracche di Kampala, portano un tocco di originalità, umiltà ed estetica.

Dopo essere rimasto l’unico cantante ugandese ad aver vinto un Bet Award, nel 2015, ora Kenzo è entrato nel sogno dei Grammy. “Quando l’ho intervistato nel 2017, ero curioso di sapere perché aveva una foto dei Grammy come screensaver sul suo telefono. Mi ha rivelato che il suo sogno era quello di essere nominato solo una volta nella vita ai Grammy Awards, anche senza vincere”, prosegue il giornalista ugandese Kaggwa.

A settembre, Kenzo e la sua controparte statunitense Matt B hanno vinto due premi prestigiosi per la loro canzone “Gimme Love”, i Muse Creative Awards e i Muse Design Awards. Un mese prima, il brano aveva vinto anche un premio cinematografico a New York.

Le star della musica africana che hanno vinto i Grammy nel corso degli anni includono il Soweto Gospel Choir, Wouter Kellerman e Ladysmith Black Mambazo del Sudafrica, Burna Boy e Wizkid della Nigeria, Tinariwen e Ali Farka Touré del Mali, Awuor Arunga del Kenya, Youssou Ndour del Senegal e Angelique Kidjo del Benin. Questi nomi, insieme all’elevata domanda locale di intrattenimento, hanno considerevolmente contribuito ad attrarre investitori e servizi di streaming nel continente negli ultimi cinque anni. E ora, toccherà ad Eddy Kenzo di prendere il sopravvento. 

Condividi

Altre letture correlate: