Mali, quale destino per la Minusma dopo dieci anni di cambiamenti?

di Valentina Milani
simbolo minusma

La Missione integrata multidimensionale di stabilizzazione delle Nazioni Unite in Mali (Minusma) compie quest’anno – precisamente a giugno – dieci anni dal suo inizio. Un decennio durante il quale sono avvenuti profondi cambiamenti nel Paese, nella regione e nel mondo, e gravi interrogativi incombono ora sul suo rinnovo.

Con oltre 15.000 uomini tra truppe, polizia e personale amministrativo, la Minusma è considerata una delle più importanti missioni dispiegate dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu a livello mondiale, ma il suo rinnovo, il prossimo giugno, si troverà di fronte a tre scenari distinti: “un aumento del numero di effettivi; una riconfigurazione a numero costante; o una transizione verso una missione politica, senza forze di pace”.

Secondo un’analisi pubblicata di recente dalla missione, queste tre opzioni non sono in realtà nuove, poiché erano già state menzionate “quando la Minusma è stata concepita nel marzo 2013, e poi durante una revisione strategica indipendente nel 2018, che ha creato polemiche dividendo Francia e Stati Uniti”.

Ma la situazione nel 2023 è molto diversa, osserva Minusma. Oltre a un pesante bilancio umano di 168 morti e 692 feriti nel corso delle operazioni di peacekeeping in dieci anni, la missione si trova ora ad affrontare un nuovo contesto, molto diverso da quello del 2013, segnato in particolare dalla presa del potere da parte di una giunta militare dal 18 agosto 2020, dalla partenza della forza francese Barkhane il 15 agosto 2022 e dall’arrivo di mercenari russi della compagnia Wagner a partire dal novembre 2021, senza contare il rischio di spartizione legato alla disputa tra Bamako e i gruppi armati del nord.

Inoltre, dopo la partenza di Barkhane, diversi Paesi hanno annunciato il ritiro dei rispettivi contingenti dalla forza Onu, come la Svezia (180 caschi blu), il Regno Unito (260), l’Egitto (1000), la Costa d’Avorio (860) e la Germania (1000 soldati). Insieme, queste truppe rappresentano il 17% della forza Onu.

Secondo il Minusma, le nuove poste in gioco geostrategiche in relazione alla guerra in Ucraina, rischiano di creare una distorsione all’interno del Consiglio di Sicurezza, durante il prossimo voto di rinnovo, alla fine di giugno 2023.

“L’anno 2022 è stato caratterizzato da una maggiore polarizzazione all’interno del Consiglio di Sicurezza a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. In questo contesto, la Minusma sembra essere stata relegata sullo sfondo e aver pagato il prezzo del suo rapporto – percepito o reale – con la strategia di stabilizzazione francese dal 2013”, osserva la Minusma nella sua analisi, ricordando che sia la Russia che la Cina si sono astenute dal votare a favore del rinnovo del suo mandato alla fine di giugno 2022.

Sul piano interno, il Mali è sempre più esposto al rischio di spartizione. L’accordo di pace scaturito dal processo di Algeri, che dal 2015 aveva permesso una certa conciliazione tra Bamako e i gruppi armati del nord, è ora sospeso su un difficile compromesso intorno alla nuova costituzione, già approvata dal colonnello Assimi Goïta e dalle sue truppe, ma respinta dai gruppi firmatari riuniti nel Quadro strategico permanente per la pace, la sicurezza e lo sviluppo (Csp-Psd).

Questa nuova entità chiede che i principi dell’accordo di pace del 2015 siano elencati nella nuova costituzione, chiedendo la mediazione internazionale per farlo, prima di sottoporre il testo a un referendum.

Secondo Minusma, “non si può escludere che le autorità maliane siano tentate da un nuovo avventurismo militare nel nord del Mali”, che complicherà ulteriormente il suo intervento. Inoltre, in attesa che la transizione abbia luogo, con l’organizzazione di un referendum costituzionale e di elezioni generali, la missione Onu ha notato notevoli restrizioni alla sua azione in Mali, in particolare alle operazioni aeree contro le postazioni dei gruppi terroristici.

Questi interventi, considerati indispensabili dall’Onu per proteggere la popolazione civile, “richiedono ora un preavviso di 48-72 ore”.

“Nell’ultimo trimestre del 2022, le Nazioni Unite riferiscono che 237 richieste di volo avanzate dalla Minusma sono state respinte o non hanno ricevuto alcuna risposta dalle autorità maliane”, rileva la Missione, sottolineando un divario crescente, a causa di episodi tanto gravi quanto cruenti, come i razzi sparati da un elicottero d’attacco maliano in direzione di peacekeepers britannici il 22 marzo 2022, o il rifiuto di consentire agli investigatori dei diritti umani di visitare la scena di un presunto massacro di diverse centinaia di civili a Moura durante un’operazione militare congiunta delle Forze armate maliane con Wagner, o ancora la sospensione temporanea di tutte le rotazioni di truppe in seguito al caso dei 49 soldati ivoriani arrestati il 10 luglio 2022.

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