In Uganda gli scarti delle banane producono la fibra tessile del futuro

di claudia

In Uganda, primo paese africano nella produzione di banane, con i tassi di consumo di questo frutto più alti al mondo, una startup ha trovato un modo innovativo per impiegare gli scarti delle piante – che rimangono inutilizzate – in un modo innovativo e compatibile per l’ambiente. Dalla pianta del banano si possono ricavare delle fibre vegetali molto simili al cotone, perfette per realizzare prodotti artigianali come teli o tappeti, ma anche glamour come le extension per capelli, in alternativa a quelle sintetiche e non riciclabili.

Si è soliti pensare ai benefici del frutto delle piante di banano, considerando invece la pianta inutile per l’agricoltura, o addirittura, come spiega africanews, un vero e proprio problema. Una volta colte le banane le piante devono essere sradicate e molto spesso rimangono a marcire nei campi. Per ogni tonnellata di frutta, le piantagioni lasciano due tonnellate di piante scartate che devono essere smaltite. In Uganda, primo produttore africano di banane, per contrastare questo accumulo e adottare invece un impiego creativo degli scarti, utile per l’ambiente e sostenibile, alcune aziende del Paese, tra cui la startup ugandese Texfad, che si trova poco fuori Kampala, si stanno adoperando per la trasformazione della pianta di banana in fibre tessili. Queste vengono lavorate per diventare oggetti di artigianato biodegradabili.

La fibra di banano è un materiale biodegradabile al 100% costituito dal materiale residuo della pianta di banana. Il suo utilizzo ha molti vantaggi come: compatibilità ambientale, riciclabilità, basso costo.

Tra gli impieghi più rivoluzionari c’è la produzione di extension per capelli, comuni in tutta l’Africa come base per le pettinature in particolare le treccine. Il problema di quelle comuni è il loro essere completamente sintetiche e dannose per l’ambiente, portatrici di microplastiche che non vengono smaltite.

Per ridurre i capelli sintetici realizzati dalla plastica che non sono biodegradabili, spiega la Bbc, una buona alternativa è la fibra ricavata dalla pianta di banano, un metodo che ancora deve superare i costi, maggiori rispetto a quelle sintetiche, ma gli imprenditori di settore sono fiduciosi.

Texfad nello specifico opera selezionando gli steli, cercando quelli più utilizzabili. Le macchine poi trasformano la fibra in minuscoli fili. L’azienda collabora con 60 agricoltori che forniscono la materia prima. Quella che viene lavorata è solo una piccola parte di ciò che è disponibile in un Paese in cui più di un milione di ettari sono coltivati per la produzione di banane.

Il risultato sono tessuti naturali che si possono ammorbidire come il cotone ed essere impiegati per tappeti, stuoie, capelli finti, artigianato e tessuto che possono essere trasformati a loro volta in capi alla moda ed ecologici.

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