Etiopia | Indagini aperte sulle forze di sicurezza

di Enrico Casale
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L’Etiopia avvierà una indagine sulle forze di sicurezza accusate da Amnesty International di essere coinvolte in omicidi extragiudiziali. Tra le accuse riportate nel rapporto, pubblicato venerdì scorso, 39 persone sono state uccise a colpi d’arma da fuoco da membri dell’esercito e della polizia nello Stato regionale di Oromia nel 2019.

Il procuratore generale Adanech Abiebie non ha commentato il rapporto, ma ha detto che le autorità devono esaminare attentamente la sua veridicità: «Ora stiamo lavorando per mettere a punto le nostre indagini e verificare il contenuto del rapporto. Al termine dell’indagine, laddove la segnalazione sia corretta, adotteremo le misure necessarie per porre rimedio al problema e laddove la segnalazione sia falsa o esagerata, discuteremo con Amnesty International e consentiremo di correggere la relazione di conseguenza. Se una revisione del rapporto si dovesse rivelare impossibile, presenteremo la verità con le rispettive prove in modo che il nostro popolo e il mondo siano consapevoli».

Il rapporto ha anche messo in evidenza il presunto ruolo delle forze di sicurezza nella violenza nello Stato di Amhara, nel nord-ovest dell’Etiopia, e afferma che milizia locale e vigilantes si sono uniti per uccidere almeno 100 persone.

Durante il fine settimana, il governo federale ha descritto l’accusa di omicidi extragiudiziali come «bugie […] volutamente diffuse da forze che cercano di minare attivamente le iniziative di dialogo, pace e stabilità nell’area». Anche i governi regionali di Oromia e Amhara hanno descritto il rapporto come «di parte».

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