Etiopia, colloqui tra governo e gruppo dell’Oromo conclusi senza accordo

di claudia
oromo

I colloqui di pace tra il governo etiope e il gruppo ribelle dell’Oromo liberation army (Ola) si sono conclusi senza un accordo. Lo ha scritto ieri su X Redwan Hussein, consigliere per la sicurezza nazionale del primo ministro etiope Abiy Ahmed, che ha attribuito il fallimento all’”intransigenza” dei negoziatori dell’Ola: “L’approccio ostruzionistico e le richieste irrealistiche dell’altra parte sono le ragioni principali per cui questi colloqui non hanno potuto avere successo”.

Il secondo round di colloqui di pace, tenutosi a porte chiuse in Tanzania, è durato più di una settimana. Lo scopo era trovare una soluzione pacifica al conflitto civile in Oromia, la regione più popolosa dell’Etiopia. Ad aprile le due parti si sono incontrate per la prima volta in Tanzania per colloqui di pace, anche in quel caso conclusisi senza accordi.

L’Ola è una fazione separatista dell’ex gruppo ribelle Oromo liberation front, partito politico di opposizione che sostiene di lottare per i diritti della popolazione Oromo, gruppo etnico che costituisce circa il 35% della popolazione etiope e di cui anche il primo ministro Abiy fa parte.

L’Ola, con circa 3.000 combattenti, opera principalmente nelle parti occidentali e meridionali della regione dell’Oromia. Nel maggio 2021, il parlamento etiope ha votato per designare l’Ola come gruppo terroristico.

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