Egitto-Etiopia | Nilo, nuove tensioni

di Enrico Casale
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sosterrà il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi nella disputa in corso sulla Grande diga del rinascimento, una mega-diga dal valore di quattro miliardi di euro destinata a diventare la più grande centrale idroelettrica dell’Africa. Una posizione che ha irritato l’Etiopia, controparte dell’Egitto.

Secondo quanto riportato dalla Bbc, il presidente Trump avrebbe telefonato al presidente al-Sisi e gli avrebbe assicurato il suo appoggio. Trump avrebbe detto di sperare che un accordo «sia presto concluso e vada a beneficio di tutte le parti interessate».

Secondo gli Stati Uniti, che hanno ospitato i colloqui tra Egitto, Etiopia e Sudan, la diga non dovrebbe essere completata senza un accordo tra Addis Abeba e Il Cairo (per il quale il fiume Nilo è fondamentale per costruire le sue risorse idriche).

La scorsa settimana il dipartimento del tesoro degli Stati Uniti avevano dichiarato di aver negoziato un accordo tra i due Paesi. Ma l’Etiopia non l’ha firmato e ha saltato l’ultimo round di negoziati. L’Egitto vuole che il riempimento della diga avvenga per un periodo più lungo, quindi il livello del fiume non dovrebbe scendere improvvisamente e in modo drammatico. L’Etiopia afferma invece di voler iniziare a riempire la diga a giugno.

L’Etiopia ha reagito duramente alla posizione degli Stati Uniti dichiarandola  «totalmente inaccettabile». Addis Abeba ha accusato Washington di aver oltrepassato il proprio ruolo di osservatore neutrale dopo che gli Stati Uniti hanno dichiarato che la diga non dovrebbe essere completata senza un accordo. Il suo ministro degli Esteri etiope ha però affermato che il suo Paese  continuerà a partecipare ai colloqui.

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