Costa d’Avorio: grande successo di Paquinou in terra Baoulé e non solo

di Valentina Milani

Una sola parola nei media ivoriani di inizio settimana: Paquinou, che raccoglie le iniziative svoltesi nel fine settimana pasquale. Un lungo week-end di spostamenti per i raduni famigliari resi possibili quest’anno, contrariamente all’edizione 2020 che era stata ostacolata dalle restrizioni dovute alla pandemia di coronavirus. Grande soddisfazione per gli operatori dei trasporti, del ristoro, del turismo, e in generale per i commercianti che hanno potuto lavorare in uno dei periodi dell’anno solitamente considerati tra i più fiorenti. Persino le catene di alberghi internazionali si sono appropriate del concetto di Paquinou, che conferisce alla ricorrenza religiosa un carattere tradizionale e culturale locale.

La parola paquinou (o Pakinou, da pronunciare pakinù) proviene dall’etnia baoulé, originaria del centro della Costa d’Avorio e alla base una comunità di coltivatori nelle piantagioni e agricoltori. Nel corso degli anni, per cercare nuove terre fertili, i baoulé si sono spostati principalmente verso l’ovest e il sudovest. Il periodo di Pasqua è quello in cui tutti i coltivatori emigrati per lavoro tornano nei propri villaggi di origine e si ritrovano in famiglia. Paquinou, che in baoulé significa “vado per il periodo di Pasqua”, è ormai un concetto adottato in tutta la nazione e questo fine settimana, la parola d’ordine era una sola: Paquinou a tutti i costi. Ne sono state la prova le lunghe file d’attesa di ieri pomeriggio nel ritorno verso Abidjan, dove per varcare il pedaggio dell’autostrada Nord ci sono volute fino a due ore e mezza.

Oltre ai ritrovi festosi in famiglia, Paquinou 2021 ha dato vita ad alcune iniziative. A Nofou, nella regione centrale di N’Zi Comoé, si è svolta un’operazione di piantagione di alberi per lottare contro la deforestazione e lottare contro lo sfruttamento abusivo della vegetazione locale. Nel comune di Koumassi, ad Abidjan, si è svolta la festa “Pakinou come al paese”  offerta dalla moglie del sindaco del comune, Ibrahima Cissé Bacongo. Circa 3 mila donne vestite con tessuti tradizionali hanno ballato danze dei villaggi (aloukou, gbégbé) e condiviso specialità gastronomiche locali: foutou, placali, biocosseu, attiéké e riso. A Bouaké, capitale della regione Gbéké, le stazioni sono state prese d’assalto dai viaggiatori desiderosi di andare nei villaggi, anche i più remoti.

Tragico, il ritorno per i passeggeri di un pullman coinvolto in un incidente stradale all’altezza di Kahankro. Il bilancio provvisorio di ieri sera era di sei morti. 

(Céline Camoin)

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