Atti di pirateria in calo nel Golfo di Guinea

di claudia
pirati in azione

Nei primi nove mesi del 2021 si è registrato un calo degli attacchi di pirateria nella regione del Golfo di Guinea dove, come riferisce l’ultimo rapporto dell’International maritime bureau (Imb) della Camera di commercio internazionale (Icc), si sono verificati 28 agguati e rapine a mano armata nei primi nove mesi del 2021, rispetto ai 46 dello stesso periodo del 2020. In particolare, la Nigeria ha riportato solo quattro incidenti nei primi nove mesi del 2021, rispetto ai 17 del 2020 e ai 41 del 2018.

La riduzione complessiva degli incidenti di pirateria e rapina a mano armata nella regione testimonia, secondo Imb, il miglioramento della sicurezza marittima e delle misure di coordinamento della risposta adottate dalle autorità regionali e nazionali. Nonostante ciò, Imb avverte che il rischio per gli equipaggi rimane alto nella regione e che questi sforzi devono quindi essere sostenuti.

“Accogliamo con favore la diminuzione degli attacchi di pirateria e delle rapine a mano armata nel Golfo di Guinea e gli sforzi compiuti dalle autorità marittime della regione”, ha dichiarato Michael Howlett, direttore dell’Icc .“Tuttavia, ci devono essere sforzi sostenuti per garantire la sicurezza continua di coloro che trasportano merci essenziali in tutta la regione. Gli Stati costieri devono raddoppiare il loro coordinamento e le misure di sicurezza per garantire che gli episodi di pirateria e di rapina a mano armata continuino a diminuire”, ha aggiunto.

Le aree più colpite dalla pirateria sono di fronte alle coste di Benin, Camerun e, soprattutto, Nigeria. Ma le attività piratesche si spingono anche a nord, in Ghana e Costa d’Avorio, e a sud, nei mari di Guinea Equatoriale e Camerun. Gli incidenti in questa zona  di mare sono particolarmente pericolosi poiché oltre l’80 per cento degli aggressori era armato di pistole.

La pirateria nel Golfo di Guinea è un fenomeno di vecchia data. Da parte loro, da anni, i governi africani lamentano la mancanza di mezzi per combattere il fenomeno. A fronte di un’area così vasta da pattugliare, le Marine militari hanno a disposizione guardie costiere con un’insufficienza di armamenti, imbarcazioni e personale.

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