Afflusso di migranti a Ceuta, il punto di vista del Marocco

di Valentina Milani

La Spagna sta cercando di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalla vera crisi: Madrid ha preferito “tramare con i nemici del Marocco” e  accogliere sul proprio territorio un individuo che “fa quotidianamente la guerra al Marocco”, toccando il nervo sensibile di una questione di fondamentale importanza per il Paese e per i marocchini. Così ha reagito Nasser Bourita, ministro degli Esteri, della cooperazione africana e dei marocchini residenti all’estero, intervenendo sull’onda dell’inedito afflusso di migliaia di migranti nell’enclave spagnola di Ceuta e in reazione a dichiarazioni durissime pronunciate ieri dalla ministra spagnola della Difesa. Margarita Robles ha accusato il Marocco di aver sottoposto la Spagna ad un vero e proprio “ricatto” a Ceuta e di aver violato le norme del diritto internazionale. Robles, che ha rilasciato queste dichiarazioni in un’intervista radiofonica ieri mattina all’emittente Rne, ha detto: “Non accetteremo ricatti, l’integrità della Spagna non è negoziabile né è in gioco e useremo tutti i mezzi necessari per garantire l’integrità territoriale e monitorare i confini”.

Per Bourita, “le manovre spagnole mirano a rendere vittime i responsabili di questa crisi: se c’è una crisi tra Marocco e Spagna, è perché Madrid, in modo sovrano, e senza consultare la controparte marocchina, ha scelto di ospitare “una persona accusata di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e stupro e gravi violazioni dei diritti umani fino a fornirgli una falsa identità”. L’uomo a cui si riferisce il ministro marocchino è Brahim Ghali, segretario generale del movimento separatista Fronte Polisario e presidente della repubblica sahrawi democratica  (Rasd), che ha il proprio quartier generale a Tinduf, in Algeria. Algeri sostiene le aspirazioni sahrawi per la scissione del Sahara Occidentale dal Marocco, che rivendica invece la tutela sul territorio. “L’inizio della crisi risale al 17 aprile e da allora la Spagna e la sua giustizia hanno preferito guardare altrove”, ha precisato Bourita, citato dall’agenzia di stampa marocchina Map, e riferendosi all’entrata in Spagna di Ghali, per cure mediche, dall’Algeria sotto falsa identità. Le autorità spagnole “devono prima essere trasparenti con la propria opinione pubblica e con le proprie forze”, ha detto il ministro degli Esteri, sottolineando che non è attraverso segnalazioni, insulti e bombardamenti mediatici che questa realtà verrà oscurata.

Il Marocco continuerà a chiedere chiarimenti e continuerà a considerare che questa è la radice della crisi”, ha insistito. Agire per motivi umanitari “non si fa di nascosto”, ha detto Bourita, “il Marocco non sta ricattando, il Marocco è chiaro sulle sue posizioni, le sue azioni e il suo atteggiamento”.

Il ministro ha condannato “l’ostilità mediatica senza precedenti” lanciata in Spagna contro il Marocco. “Stiamo assistendo a una strumentalizzazione e mobilitazione di tutti i media con termini scioccanti e inaccettabili a volte provenienti da alti funzionari”, ha osservato. I termini usati in questa campagna, come “ricatto”, “aggressione” o anche “Paese sottosviluppato”, mostrano che “alcuni circoli spagnoli devono aggiornare le loro conoscenze sul Marocco”.

Orgoglioso delle sue conquiste, il Marocco è un paese emergente e la Spagna lo sa, ha affermato Bourita, specificando che sono “questi riflessi del passato che si rivelano oggi e che mostrano questa discrepanza tra il Marocco nell’immaginario spagnolo e il Marocco reale” .

“Il registro del Marocco nella lotta all’immigrazione clandestina è noto”, ha dichiarato a Map Bourita, sottolineando che quanto accaduto nell’enclave “occupata di Sebta” viene prima di tutto a ricordare il costo che il Marocco si assume per preservare il buon vicinato. Il ministro ha sostenuto che il Marocco ha bloccato 13.000 tentativi di immigrazione irregolare dal 2017, smantellato 4.163 reti di trafficanti e registrato 48 tentativi di aggressione su Ceuta (o Sebta).

(Céline Camoin)

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