Rd Congo – Elezioni, un Paese in attesa

di Enrico Casale
elezioni in rd congo

di Roberto Morel

Domenica 6 dicembre, Corneille Naanga, Presidente della Ceni, in seguito a una riunione della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente, ha dichiarato che «il tasso di spoglio e conteggio delle operazioni di voto è solamente al 53% del totale», aggiungendo «domandiamo all’opinione nazionale di pazientare e di darci il tempo necessario per terminare il consolidamento del risultato elettorale». In poche parole, la data di annuncio del vincitore delle Presidenziali è rimandata a data non specificata.

In un Paese delle dimensioni del Congo (80 volte il Belgio) le difficoltà logistiche erano ampiamente preventivabili. Nonostante queste difficoltà, la Ceni aveva dichiarato di essere in grado di fornire i risultati provvisori il 6 dicembre, a 7 giorni esatti dalla giornata elettorale. Ricordiamo che nel 2011 furono 12 i giorni necessari per avere il nome del Presidente (anche se le macchine elettroniche elettorali non erano in funzione in quella tornata).

Le reazioni sul piano interno non si sono fatte attendere. Per l’opposizione, il ritardo potrebbe essere un tentativo di manipolare il risultato elettorale.  Christophe Lutundula, alto dirigente della coalizione Lamuka che sostiene il candidato alla presidenza Martin Fayulu ha dichiarato: «La Ceni non dovrebbe tentare di cambiare il risultato delle urne. Ciò che è fondamentale è che la verità delle urne sia rispettata e l’alternanza democratica abbia luogo». Dall’altro lato, André Alain-Atundu, esponente del FCC a sostegno di Ramazani Shadary ha dichiarato che «tenendo conto dell’immensità del Paese, bisogna avere fiducia nel lavoro della Commissione elettorale».

In campo internazionale si registra la forte la presa di posizione di Didier Reynders, ministro degli Esteri del Belgio. In un’intervista rilasciata alla Rtbf ha infatti dichiarato: «La democrazia non consiste solamente nell’organizzare le elezioni, ma anche nell’annunciarne i risultati. Ciò che è oggi importante è pubblicare i risultati elettorali anche se potrebbero non piacere al potere; quindi anche se risultasse vincitore un candidato dell’opposizione».

Non si è fatta attendere la risposta del presidente della Ceni che ha dichiarato: «Non ci faremo minacciare da nessuna diplomazia esterna e da nessuna pressione interna». Un ulteriore ritardo nella proclamazione del risultato elettorale potrebbe esacerbare le tensioni politiche all’interno del paese il che potrebbe avere conseguenza a livello sociale. Il clima di attesa nel paese è ancora calmo e non si sono registrati disordini maggiori. C’è da augurarsi che il risultato elettorale possa essere comunicato al più presto possibile.

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