Paesi Golfo di Guinea, azione comune contro la pirateria

di claudia
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I capi di stato maggiore delle marine dei Paesi che si affacciano sul Golfo di Guinea e non solo si sono incontrati per un simposio a Pointe-Noire, la capitale economica del Congo-Brazzaville, con l’obiettivo di unire i loro sforzi contro la pirateria marittima che minaccia questa zona ricca di idrocarburi e risorse naturali. Le aree più colpite dalla pirateria sono quelle di fronte alle coste di Benin, Camerun e, soprattutto, Nigeria. Ma le attività piratesche si spingono anche a nord, in Ghana e Costa d’Avorio, e a sud, nei mari di Guinea Equatoriale e Camerun.

Come riferisce Rfi, il vertice, che è stato organizzato in collaborazione con il ministero della Difesa francese, ha riunito sedici Paesi con problemi comuni legati alla pirateria, ha spiegato il generale François Xavier Mabin, comandante degli elementi francesi in Gabon. “Le marine del Golfo di Guinea devono affrontare minacce comuni: la predazione delle risorse naturali, in particolare degli stock ittici, la pirateria e naturalmente il fenomeno dell’immigrazione clandestina”, ha detto l’ufficiale francese.

Il primo ministro congolese Anatole Collinet Makosso ha aperto la riunione. Nel suo discorso, ha spiegato che il Golfo di Guinea è diventato una zona ad alto rischio in seguito allo spostamento del fenomeno della pirateria, precedentemente identificato principalmente nel Golfo di Aden, nel Corno d’Africa. “Solo per l’anno 2020, il Golfo di Guinea è stato oggetto di 195 attacchi alle navi, avvicinandosi alle coste e alle acque territoriali con mezzi e metodi dei pirati continuamente rafforzati per qualche tempo”, ha detto il capo del governo congolese. Pointe-Noire segna l’inizio dell’attuazione di un programma chiamato “architettura di Yaoundé”, un’iniziativa lanciata nel 2013 per unire gli sforzi per garantire la sicurezza in mare.

Le aree più colpite dalla pirateria sono quelle di fronte alle coste di Benin, Camerun e, soprattutto, Nigeria. Ma le attività piratesche si spingono anche a nord, in Ghana e Costa d’Avorio, e a sud, nei mari di Guinea Equatoriale e Camerun. Gli incidenti in questa zona di mare sono particolarmente pericolosi poiché oltre l’80 per cento degli aggressori era armato di pistole.

La pirateria nel Golfo di Guinea è un fenomeno di vecchia data. Da parte loro, da anni, i governi africani lamentano la mancanza di mezzi per combattere il fenomeno. A fronte di un’area così vasta da pattugliare, le Marine militari hanno a disposizione guardie costiere con un’insufficienza di armamenti, imbarcazioni e personale.

Nei primi nove mesi del 2021 si è registrato un calo degli attacchi di pirateria nella regione del Golfo di Guinea dove, come riferisce l’ultimo rapporto dell’International maritime bureau (Imb) della Camera di commercio internazionale (Icc), si sono verificati 28 agguati e rapine a mano armata nei primi nove mesi del 2021, rispetto ai 46 dello stesso periodo del 2020. In particolare, la Nigeria ha riportato solo quattro incidenti nei primi nove mesi del 2021, rispetto ai 17 del 2020 e ai 41 del 2018.

La riduzione complessiva degli incidenti di pirateria e rapina a mano armata nella regione testimonia, secondo Imb, il miglioramento della sicurezza marittima e delle misure di coordinamento della risposta adottate dalle autorità regionali e nazionali. Nonostante ciò, Imb avverte che il rischio per gli equipaggi rimane alto nella regione e che questi sforzi devono quindi essere sostenuti. 

(Valentina Giulia Milani)

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