Libia | Di Maio: «La guerra non risolverà la crisi»

di Enrico Casale
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L’Italia sta avviando una mediazione tra le parti in conflitto in Libia. Ieri, 17 dicembre, Luigi Di Maio, il ministro degli Esteri italiano, è volato a Tripoli. Qui ha incontrato il vicepresidente del Consiglio presidenziale libico, Ahmed Maitig, dopo un colloquio bilaterale con il ministro degli Esteri libico Mohammed Siala. Oltre a Maitig e Siala – Di Maio si è confrontato con il premier del Governo di accordo nazionale Fayez al Sarraj e con il ministro degli Interni Fathi Bashaga. Il ministro si è poi spostato a Bengasi per incontrare Khalifa Haftar. Infine a Tobruk per vedere il presidente della Camera dei rappresentanti Aghila Saleh.

Al centro dei colloqui: il conflitto in corso, la conferenza di Berlino (che si terrà all’inizio del 2020), il memorandum e altri temi centrali. La visita del ministro Di Maio si inserisce in una cornice di massima attenzione che il governo italiano attribuisce al dossier libico. La Libia è nel pieno di un conflitto tra lo governo di Tripoli, riconosciuto dalle Nazioni Unite e sostenuto da Turchia e Qatar, e il maresciallo Khalifa Haftar, uomo forte della Libia orientale sostenuto dall’Egitto e dagli Emirati Arabi Uniti, due rivali regionali di Ankara.

«La soluzione della crisi in Libia non può essere militare. L’Italia svolgerà il suo ruolo di mediatore. Per questo abbiamo deciso di nominare un inviato speciale che si occuperà di questo dossier», ha detto il ministro italiano prima di incontrare i politici libici. Al-Sarraj ha sottolineato invece «la necessità di invitare alla conferenza di Berlino tutti gli Stati coinvolti negli affari libici, senza nessuna esclusione». Il primo ministro libico ha «messo l’accento sulle relazioni privilegiate tra “i due Stati fratelli” e si è felicitato per il sostegno italiano al governo di accordo nazionale e ai suoi sforzi per superare la crisi attuale. I colloqui hanno riguardato anche questioni di interesse comune nei campi della sicurezza, economia e migrazione illegale». Al-Sarraj ha confermato a Di Maio che «in cima» ai «principi nazionali» per risolvere i problemi della Libia ci sono «l’unità del territorio libico e il rafforzamento della sovranità nazionale».

Intanto dalla Russia arriva la notizia che il presidente Vladimir Putin incontrerà con Recep Tayyp Erdogan il prossimo 8 gennaio. I due leader, alleati in Siria ma su fronti opposti in Libia, discuteranno del piano di Ankara di sostegno militare al governo di Tripoli. Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, «la Russia sostiene qualsiasi sforzo e qualsiasi Paese per trovare una soluzione alla crisi libica».

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