La prima casa di riposo della Costa d’Avorio è ancora inabitata

di claudia
vecchiaia

In Costa d’Avorio a settembre è stata inaugurata la prima casa di riposo del Paese. Tuttavia, dopo quasi tre mesi, la struttura risulta ancora vuota. Nessuno degli anziani se la sente ancora di andare a vivere nella struttura. Alla base del fenomeno ci sono ragioni economiche, ma soprattutto culturali e sociali, sulla scia di una tradizione che resiste ai cambiamenti e che vede la cura dell’anziano come una questione completamente affidata alla famiglia e alla comunità.

In diversi Paesi del continente si è registrato negli ultimi anni un aumento del numero delle persone anziane, come conseguenza di una maggiore aspettativa di vita. L’incremento ha suscitato una maggiore preoccupazione sul come prendersi cura di loro, anche alla luce dei cambiamenti in corso nelle società africane, dove si sta mettendo in discussione la tradizionale rete di sostegno, secondo il rapporto “The Status of Older Persons – in Africa: Challenges Facing”.

Tradizionalmente infatti nel continente, la vecchiaia è considerata “una benedizione”, si legge sul rapporto, e le persone anziane sono molto rispettate. La cura degli anziani è affidata completamente alla famiglia, in particolare le nuore, e alla comunità che costituisce una vera e propria famiglia allargata in grado di fornire tutta l’assistenza necessaria.

Il modello occidentale delle case di riposo, di un aiuto esterno per prendersi cura dei propri cari in tarda età, sta raggiungendo anche i Paesi africani, non senza difficoltà. Africanews ha analizzato in particolare il caso della Costa d’Avorio, dove a settembre è stata inaugurata la prima casa di riposo del Paese. Dopo quasi tre mesi, la struttura risulta ancora vuota. I motivi sono culturali e sociali. Nessuna degli anziani se la sente ancora di andare a vivere nella struttura, situata nella periferia di Abidjan a Bingerville dotata di comfort e personale specializzato.

Secondo il sociologo Arnaud Dayoro, gli anziani in Costa d’Avorio sono assistiti dai familiari nell’80% dei casi, negli altri casi intervengono i vicini. E’ una tradizione ben radicata e seguire un modello occidentale produrrebbe il peso dello stigma sociale da sopportare, “la paura di essere giudicate prende il sopravvento” spiega la direttrice della struttura ad Africanews.

A pesare sono anche alcuni pregiudizi e voci riguardo al trattamento delle persone anziane nelle strutture occidentali, spiega la direttrice, che punta invece a rendere lo spazio abitativo vivace e accogliente come quello delle loro famiglie. Strutture che costano ancora molto, soprattutto in proporzione al reddito medio del Paese. Un soggiorno di un giorno costa circa 60 dollari, la metà dello stipendio minimo mensile in Costa d’Avorio.

Anche in altri Paesi del continente le strutture di accoglienza per anziani stanno cominciando ad aprire, ma l’insofferenza sociale e un diversa visione fa al momento pensare che questi luoghi rimarranno vuoti a lungo.

“In Camerun, avere una persona anziana a casa propria è considerata un’opportunità” – spiega Moïse Tamekem Ngoutsop, sociologo dell’Università di Bamenda “La conoscenza si trasmette oralmente, da una generazione all’altra, poiché l’esperienza aumenta con l’età”.

“Le case di riposo sono un’incongruenza nella cultura africana”, aggiunge. La loro apertura nel continente è il risultato, secondo il sociologo, di un “processo di occidentalizzazione dell’Africa”.

Condividi

Altre letture correlate: