Guinea: il presidente Condé vuole ottenere un terzo mandato. Proteste e morti nelle strade

di Raffaele Masto

In Guinea sta andando in scena il solito copione dei presidenti africani. Un copione che, spesso, lascia sul terreno morti e feriti.

Nella capitale, Conakry, sono scoppiate proteste e almeno due persone sono rimaste uccise. I dimostranti scesi in piazza contestavano il presidente Alpha Condé (nella foto) e il suo progetto di revisione costituzionale che aprirebbe la strada alla sua candidatura a un terzo mandato alle elezioni presidenziali del 2020.

Oggi le forze di polizia hanno circondato le case dei due principali politici di opposizione, il presidente dell’Unione delle forze repubblicane, Sydia Touré, e il leader dell’Unione delle forze democratiche della Guinea, Cellou Dalein Diallo. In tutto il Paese è stato dichiarato lo sciopero generale e le scuole, oltre a numerosi negozi e aziende della capitale, sono rimaste chiuse.

Le proteste sono nate su appello del Fronte nazionale guineano per la difesa della Costituzione, una coalizione di partiti di opposizione e soprattutto una realtà della società civile che contesta il progetto costituzionale di Condé. Le proteste sono state convocate a partire da lunedì 14 ottobre sia sul territorio nazionale che all’estero.

Tutto è partito quando Condé ha annunciato in diretta televisiva di aver chiesto al suo primo ministro, Mamady Youla, di condurre «consultazioni» con partiti politici, istituzioni, sindacati e società civile per proporre una nuova Costituzione. La reazione è stata immediata. «Non ci saranno consultazioni, né referendum, né un terzo mandato», hanno dichiarato in una nota comune tutte le forze di opposizione e della società civile.

Da questa mattina il Paese è praticamente bloccato e Conakry vive una situazione di ville morte. In questo contesto ci sono già casi di sparizione, di violazione dei diritti umani: sei leader dell’opposizione sono detenuti da sabato scorso in luogo sconosciuto dopo essere stati interrogati dalle autorità giudiziarie. Nei loro confronti non sono state formulate accuse.

È l’ennesimo caso in Africa di proteste contro un presidente che vuole adattare la Costituzione ai suoi desideri di potere.

(Raffaele Masto – Buongiorno Africa)

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