Ghana: malati di mente incatenati e trattati come demoni, la denuncia di Hrw

di claudia
malattia mentale

Condizioni disumane di vita, persone incatenate e costrette in spazi dove non possono espletare i bisogni fisici. Queste le condizioni in cui sono costrette le persone con disturbi mentali in Ghana. La denuncia arriva da Human Rights Watch (Hrw). L’associazione umanitaria rende noti casi di pazienti “incatenati” e invita le autorità a far rispettare la normativa.

Dieci anni dopo l’approvazione di una legge sulla salute mentale che stabilisce che le persone con disturbi psicosociali non devono essere sottoposte a trattamenti disumani, l’organizzazione per i diritti umani afferma che il governo ghanese non assicura le condizioni per l’applicazione della legge. Gli esponenti di Hrw hanno visitato cinque “campi di preghiera” e centri di guarigione tradizionali nelle regioni orientali e centrali del Ghana, dove sono state intervistate più di 50 persone. Durante queste visite, dicono di aver trovato “più di 60 persone incatenate o in gabbia, compresi bambini. L’incatenamento di persone con disabilità psicosociali nei campi di preghiera e nei centri di assistenza è una forma di tortura”, ha sottolineato Shantha Rau Barriga, direttrice per i diritti dei disabili di Hrw.

La viceministra della Salute del Ghana Tina Gifty Mensah, dal canto suo, ha assicurato che le autorità “esamineranno il rapporto di Human Rights Watch e le agenzie competenti faranno quanto necessario per porre rimedio a questa situazione. È ovvio che la costituzione ghanese disapprova tali atti, il governo e le altre parti interessate hanno compiuto molti sforzi nel campo dell’istruzione per sensibilizzare le persone”. In Ghana, dove i servizi psichiatrici sono scarsi, molti parenti di persone con disabilità o disturbi mentali si rivolgono a questi campi gestiti dalle comunità religiose. In uno dei centri visitati, 22 uomini sono stati tenuti in una stanza buia e soffocante, tutti con catene non più lunghe di mezzo metro intorno alle caviglie, secondo HRW. “Sono costretti a urinare e defecare in un piccolo secchio che viene passato in giro per la stanza. Nonostante le condizioni soffocanti, possono fare la doccia solo ogni due settimane”, si legge nella denuncia dell’organizzazione per i diritti umani. Durante le visite, molti “pazienti” hanno chiesto aiuto, implorando di essere rilasciati. “Vogliamo andare a casa e stare con la nostra famiglia. Aiutateci. Per favore aiutateci”, ha detto uno di loro.

Questa situazione è diffusa in molti paesi dell’Africa dove la disabilità fisica o mentale è considerata come uno stigma. Qualcosa che appartiene all’avversità degli spiriti. Una condizione che colpisce tutti, anche i più vulnerabili, come i bambini che spesso non sono considerati come “veri e propri figli”, ma come la manifestazione avversa degli spiriti nei confronti della famiglia. Ecco perché, oltre alla società, anche la famiglia di appartenenza li nasconde, non li cura e accudisce come tutti gli altri figli. Soprattutto li nasconde per non rendere pubblico lo stigma, l’avversità ancestrale che ha colpito quel nucleo familiare.

La disabilità, in Africa, è considerata ancora un’onta. Non è accettata, anzi è vista come una maledizione che piomba cupa sulla famiglia. Anche per queste ragioni le famiglie, soprattutto quelle molto povere, si rivolgono alle cosiddette “camere di preghiera” delle chiese del risveglio. A loro “affidano” i bambini ritenuti portatori, non solo di handicap, ma anche coloro che vengono considerati stregoni o streghe che portano maledizioni nella famiglia e per questo considerati socialmente pericolosi, persone, insomma, con disabilità psicosociale. Spesso questo fenomeno è legato proprio alle condizioni economiche delle famiglie che non riescono a dare a tutti i figli condizioni dignitose di vita così se ne “disfano” attribuendo loro un handicap mentale, una capacità di portare il “demonio” nell’ambito familiare e per questo si affidano alle camere di preghiere e ai loro pastori, per la loro cura. Ma queste persone non sono, spesso, né malate né portatrici di malocchio. E, nonostante ciò, vengono sottoposte a punizioni corporali per allontanare il diavolo dal loro corpo, quando, invece, dovrebbero essere semplicemente curate.

Foto di apertura: Robin Hammond/Panos Pictures

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