Farida El Choubachy, il volto della nuova politica egiziana

di Stefania Ragusa

È donna, giornalista e ha 83 anni. Si chiama Farida El Choubachy. È lei ad aver aperto la nuova sessione del parlamento egiziano. Quando si è candidata, ha ammesso lei stessa, non solo non si aspettava di essere eletta ma, tanto meno, di diventare la prima donna in 42 anni a presiedere la sessione di apertura. Il suo discorso in parlamento martedì ha fatto la storia in Egitto per una seconda ragione: più di un quarto dei suoi 596 membri era formato da donne, un numero record. «È stato un momento storico. Non me lo sarei mai aspettato, ma mostra come si sta trasformando il ruolo delle donne nella vita politica e parlamentare – ha detto El Choubachy, nota giornalista e scrittrice politica -. Ora le donne sono ben rappresentate ovunque e questo segnala una svolta nella prospettiva della leadership politica sulle donne».

Secondo un sondaggio della Thomson Reuters Foundation, il Cairo è la megalopoli più pericolosa per le donne e il 99% di esse ha riferito di molestie sessuali. Le donne però stanno diventando più intraprendenti in una nazione tradizionalmente conservatrice, a maggioranza musulmana, con centinaia di vittime di abusi che si rivolgono ai social media per denunciare aggressioni sessuali e dibattere sulla disuguaglianza di genere nel fiorente movimento #MeToo. In un paese in cui le donne si sentono da vari punti di vista svantaggiate, l’elezione di 148 donne al parlamento in ottobre e novembre suggerisce che gli atteggiamenti patriarcali radicati stanno cambiando. Il loro numero è aumentato a 162 quando il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha nominato altre 14 parlamentari donne, tra cui Doria Sharaf al-Din, una conduttrice televisiva che nel 2013 è diventata la prima donna ministro dell’Informazione egiziano. Nella precedente legislatura si contavano 89 donne.

Quando El Choubachy – in qualità di membro più anziano del parlamento – è stata invitata a presiedere la sua prima riunione martedì, ha parlato delle sue umili origini. «Non provengo da una famiglia aristocratica. Sono figlia di un operaio e lavoro da quando avevo nove anni – ha detto, descrivendo come ha iniziato a insegnare il francese per mantenere la famiglia -. E ho sempre voluto guadagnarmi da vivere con le mie forze». El Choubachy ha lavorato per decenni come editorialista di un giornale. Cristiana di nascita, si è poi convertita all’Islam ma è stata fortemente critica nei confronti dei Fratelli musulmani, che hanno vinto le prime elezioni presidenziali in Egitto, dopo la rivolta del 2011 che ha rovesciato il presidente Hosni Mubarak.

«In quest’epoca, non c’è spazio per nessuno che dica che le donne sono meno o non possono entrare nella vita politica o che le loro voci non dovrebbero essere ascoltate», ha detto El Choubachy, riferendosi ai commenti di studiosi radicali durante il governo dei Fratelli musulmani. Come parlamentare, El Choubachy ha affermato che cercherà di migliorare i diritti umani per tutti gli egiziani: «Lavorerò per i cittadini, uomini o donne, e spero che entrambi ottengano i loro diritti legittimi».

(Enrico Casale)

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