Etiopia | Diga sul Nilo, nuove tensioni

di Enrico Casale
diga sul nilo

Ancora tensioni tra Etiopia, Egitto e Sudan in merito alla diga sul Nilo. Il casus belli è stato un vertice,  reso pubblico dai media, al quale hanno partecipato il premier etiope Abiy Ahmed, alcuni ministri e il capo dello stato maggiore della difesa. In questa riunione si è discusso dello stato di avanzamento della costruzione dello sbarramento e della possibilità di iniziare la prima fase di riempimento della diga già a partire dal prossimo luglio.

Quello del riempimento è un tema delicato perché potrebbe ridurre drasticamente la portata del fiume, danneggiando così Egitto e Sudan. Su questo punto, nei mesi scorsi, si è discusso moltissimo, ma non è ancora stato raggiunto un punto di incontro tra i tre Paesi. Per Sudan ed Egitto è inconcepibile iniziare a riempire il bacino senza aver precedentemente firmato un accordo globale con l’Etiopia. Le due nazioni a valle vogliono un’intesa a lungo termine sulla condivisione dei dati dalla diga, sulla sicurezza della diga e sull’impatto sociale e ambientale nei rispettivi Paesi.

Dopo che la notizia del vertice è stata resa nota dalla stampa, il premier sudanese Abdalla Hamdok ha inviato ad Abiy Ahmed una lettera nella quale ha manifestato la sua opposizione a questa decisione unilaterale. Il primo ministro di Khartoum ha inoltre invitato il collega etiope a riprendere i colloqui a Washington (colloqui l’Etiopia ha abbandonato lo scorso febbraio). L’Egitto, da parte sua, ha reso noto la sua ferma opposizione con una lettera inviata all’inizio di maggio al Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Da anni, ormai, l’Etiopia sta scommettendo sull’energia idroelettrica per accelerare il suo sviluppo. Attraverso la Grande diga del millennio, costruita sul Nilo, e gli sbarramenti sul fiume Omo (tre realizzati e due in fase di progetto), Addis Abeba intende produrre quell’energia necessaria alle sue attività industriali, commerciali e agricole. Non solo, ma punta a creare un surplus di corrente elettrica da vendere ai Paesi confinanti.

Questi megasbarramenti stanno però causando grandi problemi. La Grande diga del millennio, come abbiamo visto, ha creato gravi tensioni con Egitto e Sudan, Paesi che vivono grazie al flusso idrico del Nilo. Nel bacino dell’Omo, le dighe oltre a mettere fine alle esondazioni stagionali del fiume, da cui 100.000 indigeni dipendono direttamente per abbeverare le loro mandrie e coltivare i campi, rischiano di causare il degrado e l’abbassamento del livello del Lago Turkana in Kenya (il più grande lago in luogo desertico del mondo) dalle cui acque e riserve ittiche dipendono altri 300.000 indigeni.

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