Egitto, la Chiesa copta non appoggerà candidati

di AFRICA

 

pope-Tawadros_2402308bLa data delle elezioni parlamentari non è stata ancora fissata (probabilmente si terranno tra marzo e aprile), ma la campagna elettorale in Egitto sta già entrando nel vivo. I primi a scendere in campo sono stati i cristiani copti nella persona del loro esponente più prestigioso, il patriarca Tawadros II. In una dichiarazione lasciata subito dopo l’Epifania copta, il Papa ortodosso ha detto, come riportava ieri l’Agenzia Fides, che «non segnalerà alcun nome» di candidato da sostenere e non eserciterà «alcuna ingerenza» nella libera scelta dei rappresentanti politici da parte del popolo egiziano. Già nel luglio scorso, Tawadros II aveva richiamato i vescovi della Chiesa copta ortodossa ad astenersi da ogni coinvolgimento diretto nella campagna elettorale, ricordando anche le misure canoniche applicabili ai rappresentanti del clero che si impegnano direttamente nell’attività politica.

Queste sono dichiarazioni di rilievo in un Paese nel quale, dopo la cacciata nel luglio 2013 del presidente Mohamed Morsi, l’elemento religioso è il «convitato di pietra» di ogni discussione politica. Il nuovo presidente Abd al Fattah al Sisi infatti, mettendo al bando la Fratellanza musulmana, ha impedito la presentazione di liste di ispirazione religiosa e, in particolar modo, di quelle legate al movimento islamista (di cui Morsi era espressione). Nonostante questo, secondo alcuni osservatori, i vertici del movimento avrebbero chiesto ai loro elettori di non disertare le urne, ma di appoggiare i candidati del partito al Nur, di matrice islamista salafita.

Dichiarando di non volersi intromettere nelle questioni elettorali, la Chiesa si smarca dall’impegno politico ma, allo stesso tempo, appoggia indirettamente la svolta «laica» del regime di al Sisi. Regime che la Chiesa ha sempre sostenuto. Non è un caso se la sera in cui al Sisi dichiarò la caduta di Morsi al suo fianco c’erano, oltre al rettore dell’Università al Azhar, proprio il patriarca Tawadros.

L’Egitto è privo di Parlamento dal 2012, quando la Corte costituzionale sciolse l’Assemblea parlamentare dominata dala Fratellanza musulmana facendo appello al difetto di costituzionalità della legge elettorale con cui essa era stata selezionata. La nuova camera dei rappresentanti sarà composta complessivamente da 567 membri. Il sistema elettorale riserva 120 seggi a liste di candidati indicati dai diversi partiti. Di questi, almeno 56 dovranno essere occupati da donne, 24 da candidati cristiani, 32 da appartenenti alle categorie sociali dei contadini e 8 da persone con disabilità.

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