Annunciate proteste per oggi in Sudan. Esercito mette in guardia

di AFRICA

Un generale sudanese appartenente al Consiglio militare di transizione (Tmc) ha avvertito che non tollererà alcun atto di vandalismo in occasione della protesta di massa pianificata per oggi nella capitale sudanese Khartoum. L’avvertimento del generale Mohamed Hamdan Dagalo è arrivato mentre il movimento di protesta sta organizzando una marcia di “milioni di uomini” contro i generali che hanno assunto il potere lo scorso 11 aprile spodestando il presidente Omar al-Bashir.

«Ci sono vandali, ci sono persone che hanno un ordine del giorno, un programma nascosto, non vogliamo problemi», ha aggiunto. Dagalo, che è vice capo del consiglio militare al potere, ha parlato della manifestazione di oggi in un commento trasmesso dalla televisione di Stato e apparentemente si rivolgeva agli organizzatori della protesta.

Dagalo comanda le temute forze paramilitari Rapid Support Forces (Rsf), che sono state pesantemente schierate a Khartoum da quando il 3 giugno la repressione di un sit-in ha provocato decine di morti e centinaia di feriti. Circa 130 persone sono state uccise dal giro di vite del 3 giugno, secondo i medici vicini al movimento di protesta, mentre per i funzionari governativi sono 61 i morti in quell’occasione.

Da allora non ci sono più state grandi manifestazioni di massa, ma ieri la “Forza Libertà e Cambiamento del Sudan” (Ffc), che sta guidando le proteste assieme alla Sudanese Professionals Association (Spa), ieri ha proclamato una nuova grande manifestazione per oggi in occasione dell’anniversario del colpo di Stato con cui andò al potere Omar al-Bashir nel 1989 rovesciando l’ultimo governo eletto nella storia del Paese, con l’intento di chiedere la consegna del potere da parte della giunta militare, sottolineando che la grande manifestazione «si terrà in ogni caso» e che «qualsiasi tentativo di azioni violente incontrerà la responsabilità del Consiglio militare». L’organizzazione ha reso noto di aver consegnato alla giunta militare una lista di proposte di accordo tramite i mediatori dell’Unione Africana. In una nota, pubblicata sul profilo Facebook dell’Associazione dei professionisti sudanesi, si precisa che la lista di proposte per uscire dalla crisi è all’attenzione degli organi nazionali e internazionali.

Il monito del Consiglio militare e la tensione che ne deriva sono giunti infatti proprio mentre Unione Africana ed Etiopia stanno cercando di riportare militari e manifestanti a un tavolo negoziale per concordare la transizione verso elezioni politiche. Venerdì il Tmc aveva annunciato che la proposta presentata da Ua ed Etiopia era adatta alla ripresa dei colloqui, ma ieri l’opposizione che riunisce partiti politici, sindacati e società civile come la Spa hanno dichiarato che alcuni leader del movimento sarebbero stati arrestati, e che una conferenza stampa che doveva svolgersi alla vigilia della protesta di oggi è stata bloccata da un raid delle Rsf, il che rende la situazione molto fragile e volatile.

Nel frattempo ieri si è espressa anche la troika per il Sudan (formata da Stati Uniti, Gran Bretagna e Norvegia). «Il popolo sudanese ha diritto alla libertà di espressione e alla libertà di riunione pacifica». È quanto espresso in una nota nella quale si chiede al Consiglio militare di transizione di «rispettare questi diritti, consentire proteste pacifiche ed evitare qualsiasi uso della violenza». La troika continua a sostenere la richiesta del popolo sudanese per una transizione pacifica e concordata verso la democrazia in Sudan.

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