Africa: avorio, l’Europa è al centro del commercio (illegale)

di AFRICA

di Andrea Spinelli Barrile

L’avorio continua ad avere un mercato nonostante le restrizioni globali la moratoria globale sul commercio di avorio e parte di questo avviene all’interno dell’Unione Europea. Lo rivela un rapporto della IFAW (International fund for animal welfare, una delle più grandi organizzazioni globali che si occupano di conservazione faunistica).

Era il 16 dicembre 2021 quando l’Europa approvava le nuove linee guida sul commercio di avorio interno all’UE, di fatto bandendo il commercio di avorio in tutta Europa ad eccezione di quello utilizzato per realizzare oggetti d’arte antica e strumenti musicali prodotti prima del 1975. A livello globale, il commercio di avorio è bandito dalla Convenzione di Washington del 1989 ma diverse scappatoie legali hanno permesso all’Europa di essere un centro importante per il commercio di avorio, sia legale che illegale, fino a pochi anni fa.

Nel 2023, Ifaw ha esaminato i dati dei mercati online di Francia, Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Italia, Portogallo e Germania, identificando 1.330 articoli in avorio e presunto avorio registrati per la vendita tramite 831 annunci pubblicitari su 49 mercati online e siti web di case d’aste. Meno del 10% di tutti gli annunci contenevano prove verificabili di legalità, come ad esempio un numero di certificato o un’immagine, che le linee guida europee imporrebbero per quegli oggetti ancora commerciabili. Tuttavia, le linee guida europee non sono vincolanti per gli stati membri e non ne viene monitorata l’attuazione laddove sono state recepite. Per questo “dobbiamo ottenere ulteriori sforzi coordinati da parte di tutte le parti interessate per garantire che l’UE non contribuisca all’impatto globale del bracconaggio di elefanti e del traffico di avorio” ha dichiarato Ilaria Di Silvestre, responsabile delle politiche UE dell’IFAW.

Lo studio (disponibile cliccando qui) ha valutato la quantità di avorio e presunto avorio di specie rilevanti, tra cui elefanti, ippopotami, trichechi, balene, narvali e dugonghi, due anni dopo la pubblicazione delle nuove norme dell’UE sul commercio di avorio. Le pubblicità dell’avorio di elefante e del presunto avorio di elefante superavano di gran lunga quelle di altre specie portatrici di avorio. Uno studio simile fatto da IFAW sul commercio di avorio nel Regno Unito indica che norme precise e giuridicamente vincolanti hanno avuto un impatto positivo.

Condividi

Altre letture correlate: