Angola, un censimento denuncia l’oblio delle aree rurali

di claudia

di Céline Nadler

Un rapporto prodotto e diffuso dall’Istituto Nazionale di Statistica (Ine) sembra contraddire i discorsi ufficiali dei politici angolani, dimostrando che l’ambiente rurale è abbandonato e disconnesso dal resto dell’Angola, realtà che non solo ha effetti complessi sulla vita degli abitanti dei villaggi ma che comporta anche gravi ricadute sull’economia nazionale.

Le informazioni raccolte dal Recenseamento Agro-Pecuário e Pescas (Rapp), il primo di quel genere ad essere realizzato nel Paese, dimostrano chiaramente che esiste un’Angola dimenticata oltre le grandi città: di almeno 23.832 villaggi, solo il 14% (ossia 3.230 villaggi) ha accesso ai servizi sanitari e solo il 36% (8.564) ha una scuola elementare.

Tuttavia le difficoltà dell’ambiente rurale non si limitano alla sanità o all’istruzione, e si estendono anche alla sfera socio-economica, come testimonia la presenza di istituti bancari e di servizi finanziari in soli 124 villaggi visitati da Ine, che rappresentano un insignificante 0,5% del totale. Inoltre, solo il 19% dei villaggi censiti dispone di attrezzature agricole meccanizzate, servizi di manutenzione o assistenza tecnica per le attrezzature agricole, un numero irrisorio viste le potenzialità dell’agricoltura familiare e la necessità dei contadini di aumentare il proprio reddito. Dal punto di vista dei fertilizzanti, solo l’1% circa dei villaggi dispone di servizi adeguati; una percentuale quasi analoga è registrata per quanto riguarda la presenza di venditori di pesticidi, sementi agricole e negozi che vendono attrezzi agricoli, rileva Ine nel censimento dei villaggi realizzato nel periodo 2019-2020.

Il settore economico rurale è peraltro ostacolato dalla presenza di unità di trasformazione e di conservazione di prodotti agricoli e zootecnici in circa il 3% dei villaggi, in grado di dedicarsi a sole attività di sussistenza.

Per quanto riguarda l’accesso dei villaggi ai mezzi di trasporto – altro indicatore chiave per l’attività economica – dei 23.832 villaggi censiti, 11.781 hanno accesso al taxi/candongueiro (49%), 2.215 hanno accesso al bus (9,3%), mentre 420 villaggi (1,8%) fanno uso di barche e canoe e solo 250 (1,0%) hanno accesso al treno e 185 dichiarano di disporre di altri mezzi di trasporto.

Gli esperti denunciano i troppi rinvii del censimento rurale, inizialmente previsto per il 2013, rinvii giustificati dalla deriva dei prezzi del petrolio, ma che gli attivisti imputano invece al disinteresse e all’incuria dell’esecutivo per il mondo rurale.

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