Amnesty denuncia: “Raid USA uccidono i civili in Somalia”

di AFRICA

Dal 2017 gli Stati Uniti hanno compiuto più di cento attacchi aerei in Somalia, in cui sono rimasti uccisi diversi civili innocenti. È Amnesty International a denunciarlo attraverso un rapporto pubblicato ieri in cui si pubblicano le prove attendibili secondo cui almeno 14 civili sarebbero morti in cinque attacchi condotti con droni o aerei dotati di equipaggio dalle forze speciali statunitensi.  Gli attacchi in questione sarebbero avvenuti nel Basso Scebeli, una regione che circonda la capitale Mogadiscio.

Il rapporto nasce da oltre 150 interviste con testimoni oculari, familiari di vittime, sfollati di guerra ed esperti – anche all’interno delle forze armate Usa – e analizzato col massimo rigore le prove disponibili, tra cui immagini satellitari, frammenti di munizioni e fotografie dei luoghi colpiti dagli attacchi. «Queste operazioni paiono costituire violazioni del diritto internazionale umanitario e, in alcuni casi, crimini di guerra», si legge nell’indagine.

Brian Castner, il principale consulente per le operazioni militari del gruppo umanitario, ha osservato che il numero di civili uccisi dagli attacchi aerei statunitensi è probabilmente superiore a quello descritto in questo rapporto. «Il bilancio delle vittime civili che abbiamo scoperto in una manciata di raid aerei suggerisce che il sudario della segretezza che circonda il ruolo degli Stati Uniti nella guerra in Somalia è in realtà una cortina fumogena per l’impunità», ha aggiunto Castner. «Le nostre scoperte contraddicono direttamente il mantra militare degli Stati Uniti di zero vittime civili in Somalia».

Il rapporto accusa inoltre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di aver aumentato i raid aerei dopo aver indebolito le garanzie per i civili. «Il numero di attacchi aerei americani in Somalia è aumentato dopo il 30 marzo 2017, quando il presidente Trump ha firmato un ordine esecutivo che dichiarava la Somalia meridionale un’area di ostilità attiva».

Il Comando Usa in Africa (Africom) ieri ha smentito le accuse, elogiando il ruolo di Amnesty ma sconfessando il rapporto, che «non rispecchia fedelmente gli sforzi di Africom nel mitigare il numero di vittime civili» nel Paese. Secondo una nota di risposta pubblicata in mattinata, Africom farebbe di tutto per ridurre le probabilità di vittime civili e ha a disposizione informazioni «non accessibili a soggetti non militari».

«Le nostre valutazioni hanno rilevato che nessun attacco aereo di Africom ha provocato vittime o feriti tra i civili», si legge nella nota. «Le valutazioni si basano sulle analisi post-attacchi che utilizzano metodi di intelligence non disponibili a organizzazioni non militari». Dal giugno 2017, il Comando delle forze armate statunitensi in Africa ha effettuato 110 attacchi aerei in Somalia uccidendo più di 800 presunti terroristi.

Seppur indebolito dall’offensiva dell’esercito somalo e delle truppe della Missione dell’Unione Africana in Somalia (Amisom), al-Shabaab continua a controllare vaste zone della Somalia. Anche per questo motivo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di rinviare il termine fissato per la riduzione del contingente Amisom, sostenendo che le forze di sicurezza somale non sono ancora sufficientemente preparate per garantire la sicurezza nel Paese.

 

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