Uganda: la “rivolta” delle guardie che lavoravano per gli Usa

di claudia
uganda soldati

di Maria Scaffidi

Migliaia di ugandesi che hanno lavorato come guardie private a protezione di edifici governativi degli Stati Uniti in zone di guerra si stanno preparando a intentare una causa legale contro i loro ex datori di lavoro. I lavoratori sostengono di non aver ricevuto i salari concordati e di non aver avuto coperte le spese mediche.

La notizia è stata riferita da Semafor Africa che ha raccolto le dichiarazioni di intenti della Special Returnees Association (Sra), un’organizzazione ugandese di ex guardie di sicurezza in Iraq e Afghanistan che conta più di 130.000 membri. La Sra ha riferito che potrebbe intraprendere un’azione legale di massa per conto di migliaia di suoi membri per ottenere compensazioni finanziarie e coprire i costi medici delle persone rimaste ferite a causa del loro lavoro.

Le guardie ugandesi hanno sorvegliato istituzioni e basi militari in Iraq e Afghanistan a seguito delle operazioni militari degli Stati Uniti in entrambe le nazioni tra il 2005 e il 2022. Sono stati reclutati da società di sicurezza private appaltate dal Dipartimento della Difesa.

Più economiche del personale americano, le guardie ugandesi hanno contribuito a soddisfare la necessità di maggiore sicurezza e sono state assunte da una serie di società private: tra queste, riferisce Semafor Africa, Explosives Ordnance Disposal Technology (Eodt) con sede nel Tennessee, Special Operations Consulting (Soc) e Constellis (ex Triple Canopy) entrambe con sede in Virginia, e Sabre (Torres) International. 

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