Sudan, “il governo non affronta i bisogni urgenti del Darfur”

di claudia
darfur

Minni Arko Minawi, governatore della regione del Darfur, in Sudan, ha espresso insoddisfazione per l’incapacità del governo centrale di soddisfare le urgenti esigenze umanitarie della popolazione colpita dalla guerra nella regione.

“Non abbiamo ricevuto alcuna risposta dal governo centrale, anche con la presenza di aiuti negli Stati del Mar Rosso, in merito alle urgenti esigenze umanitarie del Darfur”, ha affermato Minawi in un comunicato stampa dopo un incontro con diversi governatori degli Stati del Darfur a el-Fasher.

Secondo Minawi, circa cinque milioni di persone sono state colpite dal conflitto armato tra l’esercito e le forze di supporto rapido (Rsf), oltre all’annosa questione degli sfollamenti nei cinque Stati della regione. “Ogni volta che i donatori o il governo centrale forniscono aiuti agli Stati colpiti, il Darfur deve ricevere una quota equa che rifletta l’entità della tragedia vissuta dalla sua popolazione”, ha raccomandato il governatore del Darfur.

Quattro Stati su cinque nella regione del Darfur sono stati colpiti dai violenti scontri tra l’esercito sudanese e le Rsf da quando è scoppiato il conflitto a Khartoum a metà aprile. Da allora i disordini si sono estesi fino a includere gli Stati Occidentale e del Nord Kordofan. In particolare, lo Stato del West Darfur è stato testimone di conflitti tribali tra i Masalit e le tribù arabe, che hanno provocato la morte di centinaia di civili.

Nel frattempo, Abbas Hassan Shams al-Din, direttore delle Emergenze e del controllo delle epidemie nello Stato del Darfur meridionale, ha rivelato dati allarmanti relativi al conflitto in corso a Nyala. Ha affermato che il bilancio delle vittime era arrivato a 143 dallo scoppio della guerra, con ulteriori 305 feriti.

La situazione è ulteriormente aggravata dalla mancanza di medicinali essenziali, compresi quelli per il trattamento della malaria e altri farmaci salvavita nello Stato. In aggiunta alle difficoltà, Nyala è alle prese con interruzioni di corrente dal 15 aprile, il giorno in cui è scoppiata la guerra.

Il Sudan nel suo insieme sperimenta una scarsità di medicinali dopo che 41 aziende farmaceutiche e 12 fabbriche di medicinali sono state saccheggiate e distrutte. Le Rsf sono state accusate di coinvolgimento in questi incidenti.

Di particolare preoccupazione è la carenza di forniture mediche per i pazienti con insufficienza renale, da cui dipendono 8.000 pazienti e 4.500 malati in attesa di trapianto di rene. Il timore è che questa scarsità possa portare a decessi o gravi complicazioni di salute per queste persone. 

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