Sudan, giornaliste sotto tiro. Un piano per proteggerle

di Stefania Ragusa

Il Centro El Alag for Press Service di Khartoum, all’interno della campagna delle Nazioni unite denominata 16 Days of Activism against Gender-Based Violence, ha annunciato l’istituzione in Sudan di una piattaforma contro la violenza rivolta alle giornaliste. Si tratta di un problema molto serio, che ha raggiunto il suo apice nel 2017, quando ben 15 reporter sono state violentate, e che riflette la condizione critica delle donne in tutto il Paese. Il progetto, sviluppato in collaborazione con l’organizzazione canadese Alternatives, Action and Communication Network for International Development, «mira a raggiungere e fornire una misura di protezione per le giornaliste e le corrispondenti donne in Sudan, soprattutto perché stiamo abbracciando una nuova era di democrazia che ci impegna a lavorare per creare un ambiente sicuro e inclusivo per le donne», si legge nel comunicato stampa rilasciato dal centro. Una formazione ad hoc riguarderà 21 giornaliste. Il Centro El Alag è stato fondato nel 2007. Il suo scopo è sensibilizzare il sistema dell’informazione sudanese sulle questioni di genere e far comprendere quanto sia importante il ruolo della stampa nella costruzione di un sistema democratico.

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