Somalia, “servono aiuti umanitari”

di claudia
Hassan Sheikh Mohamud

Il presidente della Somalia, Hassan Sheikh Mohamud, ha chiesto aiuti umanitari urgenti, visto che il suo Paese è sull’orlo della carestia. Il presidente in questi giorni è in visita a Roma, dove ha avuto colloqui con alcuni ministri italiani e il direttore della Fao con il quale ha discusso di come l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura possa sostenere le persone che hanno un disperato bisogno di assistenza.

Le Nazioni Unite hanno più volte lanciato l’allarme su una possibile una carestia in Somalia se gli aiuti non verranno consegnati urgentemente a milioni di persone. Negli ultimi anni, il Paese è stato colpito da una devastante siccità che ha colpito quasi otto milioni di persone a causa della mancanza di precipitazioni. I pastori e gli agricoltori hanno perso bestiame e raccolti e sono sfollati in altre aree.

“Da quando sono entrato in carica – ha detto il capo dello Stato – ho lavorato su tre priorità. La prima è la sicurezza, perché senza sicurezza non si può costruire la ripresa del Paese. La seconda sono gli aiuti alimentari, perché è necessaria una risposta umanitaria a una situazione critica dettata dalla siccità. La terza è il costante confronto con la Banca mondiale sul tema del debito estero. Su questo fronte mi sento di essere ottimista e credo che, entro il 2023, la Somalia sarà in grado di accedere nuovamente ai finanziamenti internazionali”.

Parlando della lotta ad al-Shabaab, la milizia somala legata ad al-Qaeda, il presidente ha detto che il suo governo si sta muovendo su due fronti. Da un lato, l’azione militare per contenere l’espansione e per liberare territori occupati dalla milizia fondamentalista. Dall’altro, sul fronte dei giovani e del sistema agricolo. Mogadiscio chiede nuove tecnologie per rilanciare l’agricoltura e creare così posti di lavoro. “In questo modo – ha sottolineato Hassan Sheikh Mohamud – noi offriremo ai giovani opportunità lavorative che li aiuteranno a tenersi lontano dalle sirene del fondamentalismo e, allo stesso tempo, di non dover emigrare”. La Somalia, secondo il presidente, ha le risorse per migliorare la propria sicurezza alimentare. “Esistono – ha concluso – ampie zone agricole non sfruttate, pascoli e risorse ittiche che ci permetteranno di rispondere alle esigenze della nostra popolazione”. 

Sulla questione del debito estero, la Somalia vede la luce in fondo al tunnel. “Siamo alla fine di un processo iniziato dieci anni fa – ha affermato il capo dello Stato rispondendo a una domanda postagli da InfoMundi -. Nei prossimi due mesi concluderemo gli adempimenti e ci aspettiamo che, entro il 2023, il debito sarà cancellato”. Secondo il presidente ciò permetterà alla Somalia di rientrare a pieno titolo nei meccanismi finanziari globali e potrà quindi accedere nuovamente ai finanziamenti internazionali”.

Un passo avanti verso una ripresa dell’economia somala. Una ripresa nella quale giocherà un ruolo anche l’Ifad, Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo. “La nostra organizzazione – ha detto il presidente Alvaro Lario – riprenderà a collaborare stabilmente con la Somalia, in particolare nel settore agricolo, coinvolgendo in modo particolare le donne e i giovani”.

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